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Dalla rivoluzione francese alla caduta di Napoleone
23 maggio 1796 uscì il primo foglio libero milanese, il
Giornale
degli amici della libertà e dell’uguaglianza
di Giovanni Ra-
sori. Il mese successivo fu la volta del
Termometro politico della
Lombardia
.
Tale clima di apertura e
serenità scomparve quan-
do Napoleone rinnegò lo
Statuto della Repubbli-
ca cisalpina, da lui stesso
stipulato e dove si assicu-
rava la libertà di stampa
e si bandiva la censura
preventiva. Fu sfruttato
un cavillo, una riserva
per “i casi previsti dalla
legge”, per sopprimere
quelle voci più influenti e
audaci. Il Direttorio della
Repubblica cisalpina stabilì la consegna di dodici copie di ogni
giornale pubblicato e l’imposizione della tassa di bollo scorag-
giò la nascita di nuove imprese editoriali.
Furono soppressi, perché considerati ostili al governo france-
se, il
Giornale dei patrioti d’Italia
, il
Tribuno del popolo
e
L’amico
del popolo
.
Una soluzione originale fu attuata da
Carlo Barelle
, un li-
braio che diede alle stampe un foglio senza intestazione, spre-
giudicato negli argomenti e nei toni, e che ebbe vastissimo se-
guito, sebbene sia costato al suo ideatore e fautore un periodo
di detenzione.
Nel 1798 a Milano uscì anche il
Monitore italiano
, capostipi-
te di una serie di
Monitori
diffusi nelle maggiori città della Pe-
nisola. La prima edizione del foglio milanese ebbe toni polemici
e vi collaborò anche Ugo Foscolo; la seconda, invece, diretta da
Compagnoni, ebbe toni moderati e, per questo, riuscì a ottene-
re sovvenzioni dalle autorità francesi.
Nel numero del 16 settembre 1797,
il
Giornale dei patrioti d’Italia
deli-
neò le finalità della libera stampa:
“Raccontare gli avvenimenti più ri-
marchevoli e che possono influire
sugli affari pubblici; esporre gior-
nalmente i princìpi della felicità dei
popoli, inculcare l’esecuzione dei di-
ritti delle nazioni, confutare gli errori
dell’ignoranza, smascherare i raggiri
della malevolenza, tale è il glorioso
ma difficile incarico dei giornalisti
patrioti”.