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Dalla rivoluzione francese alla caduta di Napoleone
2.4. Sotto la dittatura napoleonica
Gli eventi militari e politici che avevano portato alla fine del-
la rivoluzione francese e all’inizio dell’impero napoleonico non
ebbero particolare influenza sulla storia del giornalismo italia-
no. Negli ambienti democratici delle maggiori città aleggiava-
no incertezza e frustrazione in chi aveva creduto negli ideali
repubblicani e di libertà. Molti giornalisti, o perché delusi o
perché troppo esposti nel triennio rivoluzionario, si ritirarono;
qualcuno cercò di ritornare in carreggiata anche con il nuovo
assetto, non sempre riuscendovi.
A Milano fiorirono i giornali ufficiali: la
Gazzetta nazionale ci-
salpina
e
Il redattore cisalpino
. Differente la situazione a
Torino
,
dove il panorama giornalistico risultò più attivo e movimenta-
to, grazie a una maggiore tolleranza delle autorità francesi nei
confronti di fogli anche di matrice democratica, come la
Gaz-
zetta nazionale piemontese
. Nacquero anche alcuni periodici in
francese, circolanti nelle aree italiane dove era stato imposto il
bilinguismo, per esempio il
Courrier de Turin
e il
J
ournal de Genes
.
La situazione si inasprì dopo l’emanazione del decreto del
gennaio del 1803, che affidò la censura preventiva al magistrato
di revisione e impose precise norme per giornalisti e tipografi:
non offendere la religione di Stato e la morale pubblica, non
attentare all’ordine pubblico e al rispetto del governo e delle au-
torità, non turbare l’armonia degli Stati alleati, non diffamare.
Tali regole di controllo su giornali e libri furono ulteriormente
inasprite dopo il 1806, anno dell’incoronazione di Napoleone
a imperatore. Infatti, sebbene Bonaparte avesse fatto abolire la
censura preventiva e avesse mitigato l’effetto psicologico della
magistratura di revisione cambiandole nome con “Ufficio della
libertà di stampa”, si trattò di fatto di un intervento esclusi-
vamente formale. Solo in Sicilia, in Sardegna e a Malta, sotto
l’influenza dell’Inghilterra, resistettero fogli di opposizione.
Tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, i fogli
si ispiravano tutti al
Moniteur
parigino, periodici di quattro
pagine che uscivano due o tre volte a settimana e avevano un