Capitolo 2
La storia dell’insegnamento del latino
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1752); “[…] la folle condotta degli insegnanti di latino che torna
in detrimento irreparabile della gioventù […] notevole abuso che
molti precettori della grammatica fanno […]”, da cui deriva che:
“1° – per questa via gli scolari neppure imparano i grammatica-
li precetti; […] 2° –
quando anche ben imparano i precetti, non
imparano la lingua latina
, cui aver dee come necessario termine
l’apprendimento della grammatica […]; 3° – che con queste gram-
maticali esercitazioni imparano quello che poi conviene disimpa-
rino per ben imparare” (A. Bandiera, 1755).
Come si può constatare dai giudizi espressi da Alfieri e dai due in-
signi studiosi e pedagogisti settecenteschi, i maestri dell’
ars gram-
matica
continuavano a godere di scarsa reputazione e i loro meto-
di venivano giudicati inefficaci, se non dannosi, mentre l’esempio
di Montaigne dimostra come fosse possibile acquisire una buona
competenza linguistica e appassionarsi alla lettura degli antichi
solo sottraendosi alla “follia grammaticale”.
2.4.4
Il “metodo prussiano”, ovvero la formale Bildung
Il cambiamento determinante nella didattica del latino avvenne
nell’Ottocento ed ebbe effetti che ancora perdurano in quello che
abitualmente chiamiamo “metodo tradizionale”, o “grammaticale-
traduttivo”, che tutti conosciamo, dato che è ancora in uso, benché
sia criticato e siano stati introdotti alcuni correttivi:
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esposizione delle norme grammaticali nella sequenza: morfolo-
gia – sintassi dei casi – sintassi del verbo – sintassi del periodo;
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esemplificazione delle regole con la traduzione di brevi frasi;
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traduzione di brani;
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storia della letteratura e traduzione guidata degli autori.
Le cause del cambiamento sono ovviamente da ricercare nella so-
cietà e nella cultura dell’epoca, nello
Zeitgeist
, lo “spirito del tem-
po”. L’Illuminismo, che aveva concentrato i suoi strali contro ogni
forma di superstizione, di dogmatismo, di subalternità intellettua-
le in campo politico e religioso, in nome della funzione salvifica
della ragione, metteva in discussione le scuole gestite dagli ordini
religiosi. L’idolo polemico degli intellettuali illuministi, in questo
caso, come si sa, erano i Gesuiti, accusati di impartire un inse-
gnamento della lingua che mirava a formare predicatori, lontani