Metodi e strumenti per l’insegnamento e l’apprendimento del latino
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appunto, per coprire una serie di usi fortemente differenziati e
distinti tra loro” (Cardona, 1987, p. 96).
3.1
L’oggetto: il concetto di lingua
“
Che cos’è una lingua?
Saussure ha detto una volta che quando
cerchiamo di rispondere a questa domanda “siamo abbandonati
da tutte le analogie del cielo e della terra”. Cento anni dopo, sa-
remmo tentati di smentire il grande teorico. In effetti, circolano
oggi diverse risposte alla domanda iniziale. La teoria matematica
della comunicazione ci dice che la lingua è un sistema di comu-
nicazione. La semiotica o semiologia, inaugurata del resto dallo
stesso Saussure e, anni prima, da Charles Peirce, ci dice che è una
semiotica. La teoria delle grammatiche, ben nota agli informatici,
ci dice che è un dispositivo per descrivere come grammaticali o
come non grammaticali frasi di numero infinito. L’etologia, travol-
te le barriere che impedivano di considerare gli altri viventi come
capaci di comunicare, ci dice che è uno dei tanti innumerevoli
linguaggi delle specie viventi. Dunque, analogie ci sono, a quanto
pare. Ma, una per una, le risposte appaiono generiche. Non ha
niente di specifico una lingua? E poi: strano sistema di comunica-
zione sarebbe una lingua, e strano calcolo, che a ogni istante può
mettere in discussione se stesso e cambiare i suoi termini e le sue
regole. Strana semiotica che può dare spazio e significato all’as-
senza di ogni segno, al silenzio, e che, al tempo stesso, abbraccia
in sé ogni altra semiotica. Strano linguaggio che si fraziona in
un numero straordinario di lingue diverse, ciascuna delle quali è
mutevole non solo nel tempo, ma entro la stessa comunità di chi la
usa per esprimersi e capire il prossimo. Se cerchiamo di descrive-
re meglio queste stranezze, ci accorgiamo che forse Saussure non
aveva tutti i torti e che una lingua, una qualunque lingua, è un
oggetto altamente specifico. Cerchiamo di capire una lingua nella
sua specificità: questo è il cammino che vorremmo percorrere”
(Tullio De Mauro, 2007).
Per quanto riguarda la lingua latina, Cardona afferma: “Il con-
cetto di lingua morta, perlomeno nell’accezione corrente, non fa
che appiattire questo quadro di riferimento [le varietà degli usi
linguistici]. Se infatti ci chiediamo se sia lingua morta il latino, ci
accorgiamo che è necessario introdurre precisazioni e distinzioni.