QD7 - Didattica del Latino - page 30

Metodi e strumenti per l’insegnamento e l’apprendimento del latino
100
3.2
 Insegnare la lingua
Per molto tempo si è pensato che conoscere una lingua fosse con-
dizione sufficiente per insegnarla, anche perché, se non si tratta
della lingua madre, tutti ricordano come è stata insegnata loro e
spesso ne deducono che il modello dell’insegnamento che hanno
ricevuto debba essere anche quello dell’insegnamento che impar-
tiranno. Ricordiamo: “Noi insegnanti troviamo comodo insegnare
ciò che abbiamo appreso così come lo abbiamo appreso, con i libri
e i quaderni di appunti che abbiamo conservato dal tempo in cui
andavamo a scuola” (Marouzeau, 1923, p. 13).
Se un modello di insegnamento ha avuto buoni risultati con loro,
perché cambiarlo? Questa convinzione è particolarmente radicata
tra gli studenti e i laureati in Lettere Classiche, che di solito sono
stati bravi al liceo, hanno amato il latino e il greco, non hanno
sofferto nell’impararlo come molti dei loro compagni. Per molti
altri l’apprendimento delle lingue antiche è stata invece un’inutile
tortura, perché non avevano nemmeno acquisito una conoscenza
della lingua che permettesse loro di apprezzare i testi degli auto-
ri, impastoiati com’erano in un’infinità di regole morfosintattiche.
Basta uno sguardo alla storia dell’insegnamento del latino (cfr.
Capitolo 2) per trovare prove di questa realtà fin dal Settecento:
“Anch’io mi sentivo schiacciare da quell’immenso aggrovigliatis-
simo cumulo di regole” (Facciolati, 1752); “Il giovane esce, come
può, dal Liceo e getta i libri: Virgilio, Orazio, Livio, Tacito! de’
quali ogni linea, si può dire, nascondeva un laccio grammaticale e
costò uno sforzo e provocò uno sbadiglio” (Pascoli, 1894).
Eppure, benché queste valutazioni si trovino ampiamente citate
da tutti coloro che si sono occupati di didattica delle lingue clas-
siche, sembra che nulla sia mutato dall’Ottocento, che imperver-
si ancora la
follia grammaticale
(Pittano, 1978, p. 32 e sgg.)
e che
nello stesso tempo si vada diffondendo tra i docenti la desolante
constatazione che il loro compito è sempre più difficile, che i loro
allievi imparano sempre di meno, insieme al dubbio che non ci
sia rimedio, e quindi affiora una propensione, più o meno stizzi-
ta, alla resa, financo l’idea, talvolta malcelata, che tanto varrebbe
non insegnare più la lingua e far leggere i classici in traduzione.
Non leggiamo forse
Guerra e pace
in italiano? A chi verrebbe mai in
mente di dover imparare il russo per leggere Tolstoj?
1...,20,21,22,23,24,25,26,27,28,29 31,32,33,34,35,36
Powered by FlippingBook