QD7 - Didattica del Latino - page 20

Metodi e strumenti per l’insegnamento e l’apprendimento del latino
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Erasmo invece propone un profilo di insegnante e un metodo di
insegnamento ben diverso, come spiega nella prefazione ai suoi
Colloquia
:
Quandoquidem nec medici semper aegrotis ministrant saluberrima, sed illis
nonnihil concedunt ob hoc ipsum, quod vehementer appetant, itidem mihi vi-
sum est, hoc genus illecebris inescare teneram aetatem, quae iucundis facilius
ducitur, quam seriis aut exactis
[…]
deinde adieci quae moribus etiam forman-
dis conducerent, velut irrepens in animos adolescentium
[…]
Et, si laudantur
litteratores aetate provecti, qui pueritiae crustulis blandiuntur, elementa velint
ut discere prima; mihi non arbitror vitio verti debere, quod simili studio iu-
ventutem illecto, vel ad elegantiam Latini sermonis, vel ad pietatem…
Multis
amara sunt grammatices praecepta
… Et haud scio an quidquam discitur
felicius, quam quod ludendo discitur
2
.
Una testimonianza singolare, che conferma le parole di Erasmo, si
legge negli
Essais
di Montaigne, nel saggio
Sull’educazione
, quando
l’autore parla di sé: “È senza dubbio una bellissima cosa e presti-
giosa conoscere il latino e il greco, ma la si acquista a un prezzo
troppo caro”, prezzo che a lui fu risparmiato; a sei anni “senza me-
che, sono assordati dal chiasso, marciscono tra il cattivo odore e la sporcizia; eppure, grazie
a me, a loro sembra di essere i più importanti tra gli esseri umani. A tal punto si piacciono,
quando spaventano con voce ed espressione minacciosa la scolaresca impaurita, quando
lasciano il segno a colpi di sferza, di frusta, di cinghia, quando incrudeliscono in tutti i
modi a piacer loro. Ma ciò che li rende ancor più felici è la persuasione di essere straordi-
nariamente dotti. Infatti, inculcando nei ragazzi per lo più delle assurdità pure e semplici, a
quale Palemone, a quale Donato, o buon Dio, non si credono superiori? E non so con quali
trucchi ottengono prodigiosamente di sembrare tali quali essi si credono a delle sciocche
mammine e a dei padri sempliciotti”. Per non dire poi del piacere che provano quando
“scoprono in qualche carta ammuffita il nome della madre di Anchise o qualche parolina
normalmente sconosciuta come
bubsequa
,
bovinator
o
manticulator
(bovaro, perditempo, bor-
seggiatore)…” (
Morias encomion, sive Stulticiae laus
, XLIX).
2
  “Dal momento che anche i medici non prescrivono sempre agli ammalati cibi ottimi per
la salute, ma concedono qualcosina proprio per far sì che mangino di buon appetito, così
mi è sembrato che questo genere [i
Colloquia
] attiri con la sua piacevolezza gli studenti in
tenera età, che si lasciano guidare più facilmente con insegnamenti piacevoli piuttosto che
con insegnamenti severi e pedanti; infine, come introducendomi di soppiatto nell’animo
degli adolescenti, ho aggiunto argomenti che portassero anche alla educazione morale… E,
se si lodano i maestri anziani, che blandiscono i bambini con i biscotti, perché siano disposti
ad imparare l’alfabeto, non credo che mi si debba attribuire come un difetto il fatto che
con un simile allettamento attiro i giovani sia ad apprendere l’eleganza della lingua latina,
sia la pietà religiosa. Per molti gli insegnamenti della grammatica sono amari… E non so se
ci sia qualcosa che si impara con migliori risultati di ciò che si impara giocando” (
Colloquia,
De utilitate colloquiorum ad lectorem
).
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