QD7 - Didattica del Latino - page 15

Metodi e strumenti per l’insegnamento e l’apprendimento del latino
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municazione quotidiana: in tal modo, fissato nelle norme e sottrat-
to al mutamento della lingua “viva”, si prestava ad una comunica-
zione che superasse i confini spaziali (Miraglia, p. 3), restando così
la lingua veicolare degli studiosi di ogni disciplina in Europa e nei
paesi colonizzati dagli europei. Ma non basta: il latino ha superato
anche limiti temporali: si potrebbe dire che il latino sia ancora un
“mezzo di comunicazione” molto potente, se ci permette di riceve-
re messaggi che provengono da un emittente che dista da noi secoli
e millenni, da coloro che
multis ante nos saeculis in terram versi, nobi-
scum vivunt, habitant, colloquuntur
(Petrarca,
De remediis utriusque for-
tunae, Praefatio
, in Miraglia,
ibidem
), consentendo ai contemporanei
di dilatare il tempo della loro vita: “
Soli omnium otiosi sunt qui sapien-
tiae vacant:
[…]
omne aevum suo adiciunt;. quidquid annorum ante illos
actum est, illis adquisitum est. Nisi ingratissimi sumus, illi clarissimi sacra-
rum opinionum conditores nobis nati sunt, nobis viam praeparaverunt. Ad
res pulcherrimas ex tenebris ad lucem erutas alieno labore deducimur; nullo
nobis saeculo interdictum est
[…]”
1
.
Dunque, prima di decretare la morte di una lingua, dobbiamo col-
legare il concetto di lingua con quello di
identità storica
. Perdere il
latino significa perdere un tratto connotativo della nostra identità
di europei, e non solo.
Pertanto ci sembra che la questione vada posta in altri termini.
Che senso avrebbe, infatti, spiegare agli studenti che vogliamo in-
segnar loro una lingua “morta”? Che significa “morta”? Che non
ha più nulla da dirci, o che ci parla di un aldilà, di un mondo di
fantasmi, meno interessanti di quelli di
Ghostbuster
o dei vampiri
di
Twilight
?
Se la definizione di “lingua morta” sia appropriata, oltre che lugu-
bre e ingenerosa, è una questione oziosa: si tratta di intendersi sui
termini e sulle funzioni che si attribuiscono alla lingua medesima.
Ma se si vuol sostenere che il latino è una lingua morta, viene da
chiedersi quale sia la data del decesso. Il Medioevo? E il latino
medioevale? Gli umanisti hanno poi resuscitato il latino classico e
la “mummia” risvegliata è rimasta in vita fino al Settecento, come
1
 “Gli unici che dispongono liberamente del loro tempo sono coloro che si dedicano al sa-
pere:… essi aggiungono alla propria ogni epoca; tutti gli anni trascorsi prima di loro, sono
per loro un arricchimento. Se non siamo del tutto incapaci di gratitudine, quei nobilissimi
fondatori di venerabili discipline per noi sono nati, a noi hanno preparato la strada. Siamo
guidati verso conoscenze bellissime, portate dalle tenebre alla luce dalla fatica di altri; a
nessuna epoca ci è precluso l’accesso
” (Seneca,
de brev. vitae
, 14,1).
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