QD7 - Didattica del Latino - page 34

Metodi e strumenti per l’insegnamento e l’apprendimento del latino
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un personaggio, un mito, un evento; lo stesso dicasi per una ri-
duzione (o “traduzione”) cinematografica di un testo (Jakobson,
1966).
Si apre da qui la strada alla diversificazione delle attività che si pos-
sono compiere a partire da un testo e a percorsi interdisciplinari
che includano anche il cinema e le arti visive.
3.4
 L’apprendimento di una lingua
3.4.1
 Nozioni di psicologia cognitiva
Oltre alla linguistica, ha dato un contributo notevole alla glot-
todidattica la
psicologia cognitiva
, che ha messo in luce aspetti del
processo di apprendimento, di cui gli insegnanti sensibili e attenti
potevano avere soltanto una percezione empirica dall’osservazione
dei propri studenti. Non sfugge a nessuno l’importanza che hanno
fattori di tipo ambientale e psicologico nell’apprendimento di qua-
lunque disciplina. Sappiamo, per esempio, che sul “profitto” di uno
studente incidono l’ambiente familiare, le aspettative dei genitori,
la relazione sia con l’insegnante, sia con il gruppo dei coetanei, la
percezione di sé; spesso l’insuccesso influisce sull’autostima e pro-
duce a sua volta insuccesso, in un circolo vizioso, come se inconscia-
mente fosse sottinteso un ragionamento di questo tipo: se la causa
del fallimento consiste nel fatto che “non ho studiato (quindi non
vuol dire che sono poco intelligente), se volessi, potrei riuscire”, è
preferibile al fallimento che avviene quando ci si è impegnati nello
studio: “ho studiato, ma non ho capito (allora forse sono stupido?),
vorrei riuscire, ma non sono capace”. Possiamo dirlo in altri termini:
l’insuccesso abbassa o, a lungo andare, annulla la motivazione: a
nessuno piace un’attività che procura frustrazione. Ma non si tratta
solo di questo: è noto che anche stati depressivi, di
stress
o di ansia
riducono l’efficacia dei processi di apprendimento.
Lo studio dei processi cognitivi (
psicologia cognitiva
) ha dato risul-
tati utili anche per i docenti di lingue antiche e moderne, perché
dimostra la stretta correlazione che esiste tra percezione, attenzio-
ne e memoria nell’elaborazione delle informazioni necessarie per
l’apprendimento (Giordano Rampioni, 1998, pp. 17-35).
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