Principi di Microbiologia Medica - page 16

I BATTERI
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Parte I
micobatteri sono bacilli lunghi da 2 a 4 μm, molto
sottili (con un diametro trasverso di 0,3-0,5 μm).
Alcune specie sono occasionalmente in grado di
produrre forme filamentose lunghe fino a 10-15 μm,
talora con un abbozzo di ramificazione (da cui, appun-
to, il nome di micobatteri o batteri fungisimili).
Tutti i micobatteri presentano caratteristici involucri esterni che abbiamo già descritto in precedenza (si veda pag. 72) e che – pur riflettendo, nella
generale strutturazione, quelli dei batteri Gram-positivi – sono caratterizzati da una particolare ricchezza
in peculiari lipidi (oltre il 40% dei lipidi totali della
cellula sono presenti negli involucri esterni) situati
all’esterno della parete cellulare.
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LA CARATTERISTICA TINTORIALE
DELLA ACIDO-RESISTENZA
La peculiare struttura degli involucri esterni rende le
cellule dei micobatteri, anche se uccise (fissate), dif-
ficilmente penetrabili dai normali coloranti usati in
batteriologia
(1)
che, per raggiungere lo scopo, devono
essere usati in soluzioni addizionate di acido fenico,
che ne aumenta il potere di penetrazione nella cellula
batterica, e fatti agire a temperature elevate (75-80°C).
Una volta colorati, comunque, i micobatteri sono diffi-
cilmente decolorabili anche se trattati con solventi molto
energici come l’acido cloridrico al 3% in alcool etilico.
Questa caratteristica viene definita «acido-
resistenza» e, dal punto di vista tintoriale i micobatteri
sono definiti
bacilli acido-resistenti
.
Uno dei metodi più comunemente usati per la colorazione
dei micobatteri è il
metodo di colorazione di Ziehl-Neelsen
, il
quale consiste nel trattare il preparato per 2-3minuti, con una
soluzione di fucsina addizionata di acido fenico (carbolfucsi-
na) riscaldando il vetrino fino a che la soluzione del colorante
emetta dei vapori visibili, lavare con acqua e decolorare per
30-60 secondi con una soluzione di HCl al 3% in alcool etilico,
infine eseguire una colorazione di contrasto con blu di metilene. Solo i micobatteri mantengono il colore rosso della fucsi-
na dopo il trattamento mentre tutti gli altri materiali vengono
decolorati da tale trattamento e sono ricolorati in blu dalla co-
lorazione del contrasto; i micobatteri sono quindi facilmente
apprezzabili come bacilli rossi in campo blu (
fig. 18.1
).
L’acido-resistenza è dovuta alla formazione di arylmetano-
micolati tra la fucsina e gli acidi micolici (si veda in seguito) pre-
senti negli involucri cellulari nonché ai complessi che si forma-
no tra il colorante e varie strutture superficiali o intracellulari
del batterio e che ancorano saldamente il colorante impeden-
done l’asportazione da parte del decolorante (alcool-acido).
Con la colorazione di Ziehl-Neelsen i micobatteri assumono
spesso una colorazione discontinua con alternanza, nella
stessa cellula, di zone più o meno intensamente colorate.
(1)
 I micobatteri non si colorano o si colorano male con il metodo di
Gram ed occasionalmente trattengono il colorante violetto (cristal-
violetto) in modo discontinuo, in corrispondenza di granulazioni
(accumuli di materiali «di riserva» ?) denominate anche «granuli di
Much» dal nome dello studioso che le descrisse per primo.
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TERRENI DI COLTURA ARTIFICIALI
Come abbiamo già detto, le strutture periferiche dei
micobatteri rendono la cellula impervia ad una serie
di sostanze potenzialmente dannose, incluse basi o
acidi minerali forti (caratteristica che viene sfruttata
nei procedimenti di decontaminazione, preliminari
ai tentativi di «isolamento» colturale), e conferisce
alla cellula stessa un particolare atteggiamento fun-
zionale, caratterizzato da una permeabilità eccezio-
nalmente selettiva e da scambi metabolici con l’am-
biente particolarmente «rallentati», cui si fa risalire
anche il
ritmo di moltiplicazion
che – pur con al-
cune eccezioni di cui diremo più avanti – è, di nor-
ma,
assai lento
se paragonato a quello della maggior
parte degli altri batteri (dal che deriva la «lentezza»
di sviluppo della maggior parte dei micobatteri nelle
colture artificiali).
Le esigenze nutrizionali dei micobatteri possono
essere soddisfatte con numerosi terreni di coltura e la
maggior parte di essi è facilmente coltivabile in terreni
abiotici (con la notevole eccezione di
Mycobacterium
leprae
a tutt’oggi non coltivabile
in vitro
).
I terreni di coltura utilizzabili per la coltivazione
dei micobatteri sono di tre tipi. Terreni a base di tuorlo
d’uovo (come sorgente di lipidi) e terreni a composi-
zione chimica definita, a loro volta solidificati con agar
o liquidi.
I terreni a base di tuorlo d’uovo sono i più utilizzati
per l’isolamento primario e sono disponibili in nume-
rose formulazioni (Lowenstein-Jensen, Stonebrink, In-
ternational Union Against Tuberculosis o IUTM, etc.);
essi consistono in genere di una miscela di soluzione
tampone e giallo d’uovo, fatta coagulare a «becco di
clarino» in provette tenute per qualche tempo a 65-
70°C. Questi terreni contengono anche varie concen-
trazioni di verde di malachite per impedire lo sviluppo
di specie microbiche sfuggite ai processi di deconta­
FIGURA 18.1
Bacilli alcool-acido resistenti (micobatteri) in
un espettorato colorato con il metodo di Ziehl-Neelsen.
1...,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 17,18,19,20,21,22,23,24,25,...26
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