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Le configurazioni regolari del campo

E

, considerate nel condensatore cilin-

drico e nel condensatore piano, non sono completamente realizzabili nella pra-

tica. Esse sarebbero corrette se l’estensione fosse indefinita; per una dimensione fi-

nita si avrebbe, nella zona del bordo, un passaggio brusco dalla regione in cui esi-

ste un campo elettrico regolare alla regione con campo elettrico nullo e sarebbe

possibile trovare una linea chiusa, come quella mostrata in figura 4.21, tale che

E

·

d

s

π

0 .

Essendo il campo elettrostatico conservativo, questa possibilità va esclusa e in ef-

fetti il campo

E

è regolare solo nella zona centrale del condensatore, mentre vi-

cino ai bordi le linee di forza sono deformate ed escono all’esterno, assumendo

una configurazione che assicura la nullità della circuitazione del campo elettrosta-

tico; il valore del campo è ad ogni modo rapidamente decrescente verso l’esterno,

figura 4.22.

D’altra parte sono dovuti alla presenza del

campo elettrostatico disperso

alcuni

effetti fisici osservati, quali ad esempio il risucchio di una lastra di isolante all’in-

terno di un condensatore piano, mostrato nella figura 4.38 dell’esempio 4.13.

Si capisce che la configurazione sferica sarebbe l’unica ideale, per l’assenza dei

bordi. Le capacità reali di condensatori cilindrici e piani differiscono dal valore cal-

colabile con le espressioni (4.9) e (4.12). Tuttavia queste vengono sempre usate per

avere un’indicazione dei valori in gioco, tanto più vicina alla situazione reale quanto

più ci si pone nella condizione

Σ

>>

h

2

(dimensioni delle armature grandi rispetto

alla loro distanza) per la quale l’effetto di bordo è sostanzialmente trascurabile.

COLLEGAMENTO DI CONDENSATORI

Un condensatore viene utilizzato essenzialmente come deposito di carica; pur

essendo la carica totale nulla, essa è separata nella quantità +

q

e –

q

, proporzionali

per un conduttore di data capacità alla differenza di potenziale tra le armature.

Tramite opportuni collegamenti conduttivi esterni è possibile far fluire la carica

negativa (elettroni) da un’armatura all’altra, generando una corrente elettrica

che scarica il condensatore. Vedremo questo argomento nel capitolo 5. Possiamo

però subito descrivere come si collegano con fili conduttori più condensatori tra

loro e calcolare la capacità equivalente. Noi supponiamo costanti nel tempo le ca-

riche e le differenze di potenziale, però i risultati sono validi anche in regime va-

riabile.

Per comodità scriviamo

V

la differenza di potenziale

V

1

V

2

che esiste tra le ar-

mature; inoltre con la lettera

C

indichiamo sia il condensatore che la sua capacità.

Nella figura a fianco è mostrato il

simbolo

che individua un

condensatore

in un cir-

cuito elettrico: esso si rifà chiaramente al condensatore piano, che è la configura-

zione di gran lunga più comune, però è valido per qualsiasi condensatore.

Per il calcolo della capacità del condensatore sferico utiliz-

ziamo la (4.8) in quanto

h

/

R

terra

ª

7.8 · 10

–4

:

4

π

R

2

terra

C

=

ε

0

––––––– = 0.9 F .

h

La differenza di potenziale è quindi:

q

Δ

V

= ––

ª

500 kV ,

C

peraltro deducibile direttamente da

Δ

V

=

Eh

= 500 kV, poiché

l’uso di

C

=

ε

0

g

/

h

implica che il campo elettrostatico sia co-

stante.

+

+

+

+

+

E

·

d

s

π

0

4.4

C

4.4 Collegamento di condensatori

79

Dimostrazione dell’esistenza del

campo elettrostatico disperso sui

bordi di un condensatore piano

di dimensioni finite.

Figura 4.21

Linee di forza di un condensa-

tore piano.

Figura 4.22

Simbolo del condensatore