Previous Page  26 / 46 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 26 / 46 Next Page
Page Background

DIELETTRICI. LA COSTANTE DIELETTRICA

Nei paragrafi precedenti sono state descritte le proprietà dei conduttori in

equilibrio: esse possono essere riassunte dicendo che la carica di un conduttore si

distribuisce sempre sulla sua superficie in modo tale che il campo elettrostatico ge-

nerato da essa e da altre cariche eventualmente presenti sia nullo all’interno del

conduttore. Questo è dunque equipotenziale e il valore del potenziale elettrosta-

tico dipende dalla distribuzione di tutte le cariche presenti. La carica di un con-

duttore può essere facilmente cambiata, dando origine a una nuova situazione

elettrostatica, sfruttando il fatto che è molto semplice cedergli o sottrargli carica

(elettroni) attraverso il contatto con altri corpi carichi o il collegamento con ge-

neratori.

Vogliamo adesso studiare come viene modificato il campo elettrostatico nello

spazio tra conduttori carichi quando questo viene parzialmente o totalmente riem-

pito con un

materiale isolante

, di cui abbiamo già parlato nel paragrafo 1.1, e quali

fenomeni avvengono all’interno di un materiale isolante sottoposto ad un campo

elettrostatico.

Cominciamo con l’esaminare una situazione semplice, un condensatore piano

carico e isolato, in modo che la carica sulle armature resti costante, figura 4.32a. Se

q

0

è il valore della carica, distribuita con densità uniforme

σ

0

, tra le armature c’è un

campo elettrostatico

E

0

e una d.d.p.

V

0

dati da

σ

0

q

0

E

0

= –– ,

V

0

= –– =

E

0

h

;

ε

0

C

0

C

0

è la capacità e

h

la distanza tra le armature.

4.6

Tra le armature, cariche di segno opposto, si esercita

una forza

F

attrattiva che per ragioni di simmetria è paral-

lela a

E

.

Per uno spostamento

d

h

dell’armatura positiva (

dh

< 0) in-

dicato in figura 4.30 l’energia elettrostatica diminuisce di

q

2

σ

2

dU

e

= –––––

dh

= –––

Σ

dh

2

ε

0

Σ

2

ε

0

e viene fornito dalla forza

F

il lavoro

q

2

dW

=

F

·

d

h

= –

dU

e

= – –––

Σ

dh

> 0

2

ε

0

positivo, per cui la forza

F

è concorde a

d

h

e vale:

σ

2

F

= – –––

Σ

.

(4.21)

2

ε

0

Esprimendo

σ

in funzione del campo elettrostatico

E

ab-

biamo in modulo:

σ

2

1

F

= –––

Σ

= ––

ε

0

E

2

Σ

2

ε

0

2

e la forza per unità di superficie risulta

F

1

p

= –– = ––

ε

0

E

2

,

(4.22)

Σ

2

detta

pressione elettrostatica

.

La (4.22), che

non contiene

elementi caratteristici del si-

stema, ha validità generale, qualsiasi sia la distribuzione di ca-

rica superficiale e mostra che la

pressione elettrostatica ha la stessa

espressione della densità di energia

. Essa è valida anche per un con-

duttore sferico isolato carico, come ad esempio una bolla d’ac-

qua saponata che sia stata caricata. Se la densità

σ

è abbastanza

grande, la pressione elettrostatica (che deriva da una forza re-

pulsiva essendo le cariche dello stesso segno) tenderà a dila-

tare la superficie della bolla, aumentandone il raggio fino a di-

struggerla, indipendentemente dal segno della carica superfi-

ciale, in quanto la forza dipende da

σ

2

.

p

p

4.6 Dielettrici. La costante dielettrica

85

Figura 4.31

Isolanti