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edises
.it
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Premessa
storia, dove sono previste tre ore in totale tra geografia e storia. Troppe poche
ore, dunque per approfondire gli argomenti, studiarli e assimilarli”
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.
Per l’insegnamento della Geografia è previsto un approccio tematico e regionale:
l’Italia, l’Europa, la globalizzazione, l’immigrazione e l’emigrazione, l’urbanizza-
zione, i beni culturali e ambientali. Quindi la geopolitica, i rischi ambientali, lo
squilibrio tra i paesi del Nord e del Sud del mondo e dei problemi legati all’ali-
mentazione. “Se le nuove indicazioni ministeriali sono più legate ai grandi temi
dell’attualità, la riduzione del monte ore complessivo vanifica ogni possibilità
di miglioramento qualitativo della didattica”
14
.
Con la riforma Gelmini, la Geografia rimane disciplina autonoma e specialistica
solo negli Istituti tecnici ad indirizzo Economico nell’ambito dei quali le cattedre
vengono assegnate alla classe di concorso 039A.
Lo studio delle discipline geografiche
La Geografia studia l’organizzazione sociale ed economica dello spazio terrestre
a opera delle comunità umane che insistono sul territorio adeguando le proprie
strutture politiche, sociali, economiche, tecnologiche alla necessità crescente di
uno sfruttamento sempre più razionale delle risorse naturali.
Il paesaggio è il risultato visibile di questa organizzazione del territorio: lo studio
dei paesaggi rappresenta, infatti, il momento descrittivo dell’indagine geografica.
Tuttavia il contributo principale della Geografia è dato dall’aspetto interpretativo
e propositivo dell’organizzazione territoriale.
Superato il paradigma determinista (Friedrich Ratzel e Karl Ritter ne sono stati
i principali esponenti) secondo il quale un certo ambiente naturale consente,
favorisce e addirittura determina la costituzione di un tipo di civiltà piuttosto
che di un altro, si è affermato il paradigma possibilista (il cui principale espo-
nente è stato Paul Vidal de la Blache), per il quale i gruppi umani rispondono
alle sollecitazioni dell’ambiente in diversi modi, a seconda del loro livello di
preparazione scientifica, della loro cultura, della loro struttura sociale. Non
vi è determinazione univoca dall’ambiente, ma è l’uomo che plasma, adatta il
territorio in cui vive secondo diverse possibilità di organizzazione. Tra uomo e
ambiente si stabilisce quindi un rapporto di interdipendenza, dal quale deriva
un particolare genere di vita.
Negli anni Sessanta e Settanta si definiscono le teorie e le metodologie funziona-
listiche che hanno offerto modelli in grado di misurare i fenomeni geografici, le
localizzazioni e le dinamiche economiche, portando ad una nuova definizione di
regione
,
la
regione funzionale
. Questa è caratterizzata da un campo di forze dove le
città, le aree industriali e, in genere, le varie forme che assume l’attività decisio-
nale dell’uomo sono centri di polarizzazione umana ed economica. Attraverso i
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Scuola, Gelmini e riforme. Ecco la Geografia “per pochi intimi”
, Intervista a Gino de Vecchis, 14
settembre 2010,
Siciliainformazione.com.
14
F. Farinelli, G. Dematteis, L. Serianni, C. Blasi,
Le ragioni di un sapere
, in
A scuola senza geogra-
fia
, Carocci, 2011.