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L’insegnamento della geografia nella scuola italiana

11

Ogni servizio ha una sua portata che determina le dimensioni dell’area di mer-

cato: i servizi di qualità elevata offerti nei grandi centri hanno portata maggiore.

In equilibrio si delinea nello spazio una struttura a favo, costituita da

n

centri

che producono

n

aree di mercato esagonali, tutte della stessa dimensione.

In questo modo viene stabilita una gerarchia di centri e le unità di produzione

dei servizi iniziano a localizzarsi là dove già esiste la produzione dei servizi di

ordine superiore, in modo da godere di economie di agglomerazione.

Chirstaller individua tre principi in base ai quali le località centrali si struttu-

rano sul territorio: il

principio del mercato

, il

principio del trasporto

e il

principio

amministrativo

e stabilisce per ciascuno un valore di costante

K

corrispondente

rispettivamente a 3, 4, 7. Per esempio, una località centrale orientata al mercato

sarà correlata a tre località di grado gerarchico inferiore, le quali, a loro volta,

saranno legate a tre unità territoriali di grado inferiore.

L’economista tedesco August Lösch sottopose a critica il modello di Christaller

sostenendo che era stato pensato per una rete di centri della Germania meri-

dionale dei primi anni del Novecento e come tale non poteva essere utilizzato

per interpretare le strutture urbane in piena evoluzione della seconda metà del

Novecento. Lösch, ritenendo troppo rigido il modello K utilizzato da Christaller,

ne propose uno più flessibile per la gerarchizzazione della rete urbana tra centri

di rango più alto e centri di rango inferiore.

La geografia radicale (marxista).

La geografia radicale si afferma nel secondo

dopoguerra, in relazione al nuovo ordine internazionale creatosi in Occidente a

seguito dei processi di decolonizzazione e dei nuovi rapporti tra paesi del Nord

e del Sud del mondo.

Nel contesto geopolitico internazionale si affacciano nuove unità regionali defi-

nite nell’ambito di un Terzo e Quarto mondo, la guerra fredda divide il mondo

in due blocchi contrapposti, ai margini si affermano i movimenti guidati dai

paesi non allineati, su scala globale emergono i problemi del sottosviluppo.

Karl Marx aveva individuato una vera e propria teoria dello spazio inteso come

un prodotto sociale e tale approccio ha trovato uno dei suoi massimi esponenti

nel geografo francese

Yves Lacoste

(Fés, 1929),

che si è contrapposto

alla ge-

ografia classica di Paul Vidal de la Blache. La sua opera principale,

Geografia

del sottosviluppo

, è l’espressione di una corrente di pensiero marxista che si è

riconosciuta nella linea editoriale della rivista francese

Hérodote

.

In Italia, tra gli esponenti della geografia radicale possiamo ricordare Massimo

Quaini, autore del volume

Tra geografia e storia

16

.

La geografia comportamentale (behaviorista).

La geografia del comportamen-

to, o

geografia della percezione

, è una branca della geografia umana che studia i

rapporti tra i comportamenti e le cognizioni umane da un lato e la dimensione

spaziale e territoriale dall’altro. I geografi del comportamento si occupano delle

rappresentazioni cognitive sottostanti il ragionamento spaziale, dei processi di

16

M. Quaini,

Tra geografia e storia

, Cacucci, 1992.