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L’insegnamento della geografia nella scuola italiana

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del significato delle regole per la convivenza nella società e della necessità di

rispettarle; la consapevolezza di far parte di una comunità territoriale organizzata

a garanzia dei diritti delle persone; la conoscenza dei principi fondamentali

della Costituzione e dei principali aspetti dell’ordinamento dello stato; la co-

noscenza dei diritti della persona riconosciuti dal consesso internazionale. Per

altro verso, il continuo legame con il mondo antico è assicurato dallo studio

del patrimonio storico, artistico e culturale. Questa risorsa permette, anche

nella scuola secondaria di primo grado, la possibilità di riprendere momenti

di preistoria e di storia antica.

L’area storico-geografica è aperta alla collaborazione con le altre discipline.

Infatti, oltre ai linguaggi verbali, numerici e artistici che le discipline dell’area

condividono con tutte le altre, gli alunni imparano a utilizzare il linguaggio della

geo-graficità, che è l’espressione grafica dell’intelligenza visivo-spaziale e, quindi,

apprendono a usare grafici e modelli, per la descrizione e l’interpretazione sia

di sistemi territoriali, sia di fenomeni storico/sociali.

Il processo di insegnamento/apprendimento è concepito come coinvolgente,

spinge l’alunno a interrogarsi, è basato su questioni inerenti l’attualità e su co-

noscenze significative. Esso tiene conto del sapere e dell’esperienza degli alunni

come punto di partenza e di arrivo dei percorsi di apprendimento. Si sviluppa

grazie a uno strumentario diversificato: manuali, fonti di genere diverso, atlanti,

testi storici divulgativi e scientifici, i media, strumenti multimediali, l’ambiente e

il territorio, il patrimonio storico/artistico. In questo processo di formazione, la

lezione, lo strumento tradizionale di insegnamento, si combina con i momenti

di laboratorio, frutto di una tradizione più recente, ma ugualmente ricca di

esempi e ‘buone pratiche’. Questo insegnamento/apprendimento, intenso

e partecipato, guida gli allievi ad apprezzare il valore e i prodotti del lavoro

scientifico professionale. Così, essi cominciano a rendersi conto del fatto che

la conoscenza della storia, nazionale, europea e mondiale, aiuta a capire e ad

affrontare molte questioni della vita sociale odierna”.

La

riforma Gelmini

si attua attraverso la legge 133/2008 e la legge 169/2008.

Le nuove norme entrano in vigore il 1º settembre 2009 per la scuola primaria e

secondaria di primo grado, mentre per la scuola secondaria di secondo grado

si devono attendere i decreti nn. 87/88/89/2010.

Dopo i grandi entusiasmi suscitati dal ministro Fioroni, la riforma Gelmini rap-

presenta una inattesa doccia fredda per la disciplina geografica.

Non solo diminuiscono le ore di Geografia nelle singole classi della scuola del

primo ciclo, ma in alcuni istituti la “Cenerentola” delle materie viene cancellata

dal tabellone degli orari.

“La conoscenza del nostro paese già scarsa – osserva Gino de Vecchis, il presi-

dente dell’Associazione italiana degli insegnanti di geografia AIIG – sicuramente

non aumenterà. Negli istituti professionali la geografia è stata tolta del tutto.

Meno ore anche per l’istituto tecnico economico: l’insegnamento rimane solo

nel biennio, mentre fino all’anno scorso l’istituto commerciale lo prevedeva per

tutti gli anni. La geografia emigra anche dal tecnologico e nei licei si accorpa alla