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Premessa

 Didattica oggi e didattica dell’informatica  

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di una mente aperta. Le ricerche in questi ambiti hanno confermato che le

prestazioni degli studenti che hanno una buona consapevolezza metacognitiva

sono tendenzialmente migliori poiché il compito viene affrontato con maggior

coinvolgimento personale

.

È

importante, quindi, che il docente sappia capire e dare risposte, esaudire le

richieste e trovare spiegazioni, prendere decisioni e contenere le ansie, riu­

scendo a costituire un rapporto con lo studente che lo ponga come un vero e

proprio punto di riferimento.

Tutte le volte in cui l’insegnante è più preoccupato di promuovere capacità di

apprendere piuttosto che apprendimenti specifici, cioè tutte le volte che si oc-

cupa di far sì che un ragazzo apprenda per apprendere piuttosto che apprenda

il dato X o l’informazione Y, si trova in un’ottica metacognitiva.

Tutte le volte in cui l’insegnante sottolinea

allo studente l’esigenza di riflettere

sui propri pensieri, su come opera la sua mente e così via, anche se magari in

modo disorganizzato, sta sviluppando una proposta metacognitiva. D’altra par-

te l’insegnante è un

tecnico dell’apprendimento

, quindi dovrebbe essere capace di

riconoscere cosa sta avvenendo nella testa del ragazzo e come può facilitare sia

la capacità di apprendimento sia l’apprendimento stesso.

È necessario, quindi, rendere un ragazzo metacognitivo ma, contestualmente,

rendere anche l’insegnante più metacognitivo.

Un docente deve operare un’importante trasmissione: quella del sapere, azio-

ne tutt’altro che semplice. Per operare un adeguato trasferimento della cono-

scenza non occorrono solo la parola, il libro, una LIM o un computer. Tutti

questi mezzi devono essere affiancati da una profonda azione didattica caratte-

rizzata da professionalità, approccio carismatico, metodologia. Affinché queste

potenzialità intrinseche possano trovare un efficace riscontro sul terreno didat-

tico è necessario che l’operatore della “trasmissione del sapere”, riguardo al

suo interlocutore (ossia allo studente), faccia inizialmente una distinzione tra

metacognizione

come consapevolezza e riflessione sul proprio operare cognitivo

e

strategie cognitive

che si mettono in atto conseguentemente: un esempio della

prima è “rendersi conto che non si riesce a seguire un’istruzione che è data

oralmente”, mentre un esempio della seconda è “cercare di schematizzare per

iscritto in punti la sequenza delle istruzioni ascoltate”. Le due fasi devono es-

sere accuratamente omogeneizzate ed assemblate da un approccio strategico-

didattico valido ed efficace.

La metacognizione rappresenta, comunque, il punto di partenza sia per l’ope-

rato del docente sia per l’apprendimento da parte dello studente. Lo studente

che “usa” bene la metacognizione è quello che riesce a porsi tre domande fon-

damentali durante l’esecuzione di qualsiasi attività di problem solving:

>

>

cosa sto facendo?

>

>

per quale motivo sto facendo questa determinata cosa?

>

>

come posso fare perché tale processo sia massimamente efficace?

Per raggiungere tali risultati, bisogna che le persone siano informate sulla

struttura generale dei diversi tipi di memoria, bisogna conoscere i modi con