

Premessa
Didattica oggi e didattica dell’informatica
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a seguito dell’esperienza”
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, di qualsiasi esperienza. E ci sono tanti condiziona-
menti che influenzano quest’opera di apprendimento, e che possono derivare
anche da Internet.
Questi ragazzi hanno davvero qualcosa di più, qualcosa da offrire, delle capa-
cità eccezionali: bisogna soltanto saperle indirizzare verso qualcosa di buono,
appartenente sia al passato che al futuro. In poche parole, non bisogna abban-
donare i vecchi contenuti e materie come la storia e la geografia; i ragazzi non
devono rinunciare ad avere metodo di studio, capacità di astrazione, spirito
critico, capacità di analisi e sintesi, la scuola non può mai sottrarsi a questo!
Occorre, però, trovare una metodologia che riesca a insegnare queste stesse
cose ai ragazzi, diciamo, con uno studio meno “noioso”.
E in questa nuova realtà di apprendimento, il docente non è più visto come
un trasmettitore di conoscenza ma come un “facilitatore”, un “mediatore” che
fa da filtro tra il caos della rete, il sovraccarico informativo e il cervello dello
studente. È un “coordinatore” che ha alle spalle esperienza di percorsi didattici
e di linguaggi di comunicazione, esperto e capace nel guidare l’allievo nelle
varie fasi dell’apprendimento, di motivarne lo studio e fornirgli gli strumenti
più adatti.
Fino ai tempi in cui Internet e la multimedialità erano ancora in fase embrionale,
le uniche fonti informative per lo studente erano rappresentate dal libro, stru-
mento che ancora oggi, ovviamente, riveste un ruolo primario nella formazione.
Il docente aveva modo di effettuare un’operazione di rimediazione attraverso la
lezione frontale, la lavagna e i vari strumenti didattici. Con l’avvento della rete, i
ragazzi sono soggetti a un “bombardamento informativo”: pioggia di informazio-
ni che li raggiunge in ogni luogo
e in ogni momento e non solo in forma verba-
le, ma attraverso diversi codici espressivi che mettono i ragazzi nelle condizioni
non soltanto di leggere ma anche di ascoltare, osservare, vedere. Se lasciati fuori
da un binario cognitivo, gli studenti concretizzerebbero un semplice “apprendi-
mento non formale” che la scuola deve ricondurre a formale.
La scuola deve, pertanto, fornire agli studenti le chiavi per una corretta inter-
pretazione, scrematura, ricerca accurata e riconduzione al suo valore scien-
tifico di questa mole di informazioni. Secondo Richard Saul Wurman, padre
dell’architettura dell’informazione, particolarmente interessato alle problema-
tiche della comprensione, il sovraccarico informativo si verifica tutte le volte
che un individuo:
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non è messo in condizioni di comprendere le informazioni a sua disposizione;
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viene sopraffatto da una quantità di dati difficilmente interpretabile;
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non è in grado di stabilire se una certa informazione esista oppure possa
essere recuperata;
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non sa, comunque, dove reperirla;
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non possiede le chiavi e gli strumenti per accedere alle informazioni.
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E. Pessa, M. Pietronilla Penna,
Manuale di scienza cognitiva: intelligenza artificiale classica
e psicologia cognitiva
. Laterza, Roma-Bari 2004.