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Capitolo Secondo
La metodologia della ricerca filosofica
nelle diverse epoche storiche
Premessa
Cosa significa “sapere”? Che cosa “posso” sapere? Quali le “vie” e i “mezzi” con
cui conoscere qualcosa?
Non sono le tre domande che Kant pone nelle sue tre “critiche”, ma sono le
principali questioni cui cerca di dare risposta la
gnoseologia,
l’indagine, cioè,
sui problemi della conoscenza, sul loro fondamento e sul loro esito. Al cen-
tro della riflessione gnoseologica vi è la questione della verità di ciò che si
conosce e si afferma, che per gran parte dei filosofi ha costituito e conti-
nua a costituire la domanda fondamentale della filosofia, intorno alla quale
ruotano tutte le altre questioni filosofiche. Per lungo tempo i filosofi hanno
riconosciuto come criterio di verità della conoscenza la corrispondenza fra
la rappresentazione, ovvero l’immagine della realtà presente nella mente o
in una proposizione del linguaggio, e le cose come sono effettivamente. Ad
esempio l’enunciato “la mela è rossa” è vero solo se effettivamente la mela è
rossa. Questa tesi ha predominato di gran lunga nella filosofia antica e me-
dievale, anche se è stata, poi, ripresa dalla filosofia contemporanea. Tutti co-
loro che l’hanno sostenuta o la sostengono affermano così che la teoria della
conoscenza è strettamente connessa alla metafisica (ricerca della struttura
ultima della realtà).
A partire dal XVI secolo, la nascita della scienza moderna ha dato adito a di-
verse controversie a tal proposito. Si è sviluppato un dibattito per stabilire un
confronto tra il ruolo dell’esperienza e quello della ragione quali fonti delle
nostre conoscenze (empirismo e razionalismo). Quando sembrava prevalere
l’idea di una conoscenza limitata al mondo dei fenomeni (dal greco
phainòme-
non
= ciò che appare, che si manifesta), Kant ha posto la questione di come
poter ottenere conoscenze più certe possibili nell’ambito dei fenomeni, dato
che la conoscenza teoretica non poteva andare oltre senza cadere in “errori”
o “illusioni”.
Ma anche la risposta kantiana è stata criticata e ancora oggi l’interrogativo che
assilla la ricerca filosofica è “che cosa” possiamo effettivamente conoscere e “fin
dove” possiamo arrivare a conoscere la verità?