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Parte Prima
Fondamenti epistemologici e metodologici
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della vita”, nel senso che essa ricerca le ragioni prime, le motivazioni profonde,
i fini ultimi dell’esistenza. Cicerone la definì infatti
ars vitae
, volendo intendere
che ad essa spetta il compito di dirigere la vita e di disciplinarla assoggettandola
a principi razionali.
Il richiamo alla razionalità per caratterizzare la ricerca filosofica indica che la
filosofia ha come suo strumento la ragione, l’attività del pensiero, il discorso
mentale. E tuttavia la ragione è immancabilmente operante in qualsiasi ricerca
e non soltanto in quella filosofica: anche le scienze sono fondate sull’attività
della ragione. Dev’esserci, dunque, un modo specifico con cui la filosofia ado-
pera la ragione. Nelle scienze la ragione si applica ai dati dell’esperienza; li
ordina, li classifica, ne determina le costanti e le variabili e formula ipotesi per
spiegare la loro costanza e la loro variabilità. Queste ipotesi le verifica ricorren-
do all’esperimento, ossia alla riproduzione controllata dei fenomeni che sono
oggetto della sua indagine. Anche la filosofia formula delle ipotesi e compie
una verifica della loro validità, solo che codeste ipotesi non si riferiscono a
fenomeni particolari, isolabili e circoscrivibili, ma a quelli in cui è implicato il
soggetto stesso che li pone in questione e li problematizza, quali sono appunto
i fenomeni della vita, che non stanno dinanzi a noi, come gli oggetti su cui in-
daga lo scienziato, ma nei quali noi stessi ci troviamo dentro, per cui decidendo
di essi decidiamo anche di noi stessi.
L’
oggetto della loso a
dunque non si identifica con alcun oggetto partico-
lare, che possa essere osservato esteriormente, e verificato sperimentalmente,
ma con uno nel quale tutti gli oggetti particolari si risolvono e sono compresi.
Questo oggetto
è la realtà
nella sua totalità, della quale la filosofia ricerca ap-
punto una spiegazione radicale, una giustificazione assoluta. In questa realtà
siamo compresi noi stessi e pertanto la filosofia si configura come ricerca del
senso, del significato, della nostra umana realtà in seno alla realtà tutta di cui
facciamo parte. Codesto oggetto onnicomprensivo, universale, totale si può
chiamare l’
essere
, a patto che non si intenda tale soltanto la realtà che ci sta
davanti, ma quella in cui siamo inclusi, dentro la quale esistiamo e operiamo.
L’oggetto della filosofia si può considerare dunque l’essere nella sua universale
comprensività, in cui rientra la nostra vita. Ricercare il senso dell’essere signifi-
ca, dunque, anche ricercare il senso della nostra vita. Ecco perché si dice anche
che la filosofia è
scienza dell’uomo
e della vita
. Ma non ovviamente dell’uomo
assunto nelle sue determinazioni naturali e della vita considerata come feno-
meno biologico o come avvenimento storico, ma della vita nella sua espressio-
ne radicale, della quale viene richiesto il significato iniziale e finale, il senso più
profondo. La filosofia aspira con ciò a conoscere il rapporto che esiste tra la
realtà umana e la realtà della natura, di cui l’uomo fa parte, domanda di sapere
qual è l’origine del reale e della vita, quali sono le leggi che governano l’uno e
l’altra, ricercandone la
ragione assoluta
e non la ragione relativa, che è l’ogget-
to delle varie ricerche scientifiche.
Presa in quest’ultimo significato la filosofia assume una specifica denominazio-
ne e configurazione: si chiama
meta sica
, ossia ricerca dei principi primi e, in
ultima analisi, del principio della realtà. Il termine metafisica deriva dalle paro-