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La Sanità incompleta
In una società in continua trasformazione, caratterizzata da spinte
contrapposte e dal predominio degli egoismi, è quanto mai neces-
sario essere addestrati a
gestire
i nuovi cambiamenti sempre più fre-
quenti e difficili. Pur di fronte alla complessità dell’argomento, si
può affermare, in senso lato, che cambiare significa anche innovare
e che, per fare ciò, non basta limitarsi a parlare in modo generico
dell’opportunità di cambiamento a livello personale, familiare, or-
ganizzativo, ma occorre convincersi della necessità di mettere in
luce e di conoscere tutti i problemi logici ed emotivi ad esso legati
per poi passare all’azione.
Il cambiamento positivo e produttivo richiede che si investa
energia
psichica
senza cadere nella trappola di pensare di stravolgere tutto
quanto in modo acritico o di dover dare tagli netti con il passato
o di credere che esso sia legato ad evenienze improvvise quando,
invece, è una quotidiana necessità.
Il cambiamento è legato al
senso critico
di ognuno, alla
volontà
e al
tempo
perché è nel tempo che si modificano le persone, le organiz-
zazioni e i contesti.
Come in precedenza affermato, anche nella realtà italiana (Sanità
compresa) si sono verificati, negli ultimi anni, molteplici cambia-
menti: lo sviluppo delle scienze e conoscenze in ambito antropo-
logico, il modo di intendere la vita umana e le relazioni sociali, le
nuove opportunità determinate dai mass media e dalla tecnologia
informatica, le possibilità di spostamento e di incontro con culture
diverse, il maggior spazio dato alle innumerevoli esigenze della li-
bertà dell’individuo, l’aumento della scolarità e il diverso rapporto
medico-paziente, che fino ad alcuni anni fa era, prevalentemente,
di tipo paternalistico e che ora si sta spostando verso uno stile più
clientelare e contrattuale.
Se il rapporto alla base della tradizionale alleanza terapeutica na-
sceva tra un medico paternalista e un paziente obbediente, nella
medicina moderna, il paziente partecipa alle decisioni mediche, as-
sumendosi diritti e doveri.
Il malato di oggi (salvo particolari casi) è colui che ha la capacità
e il coraggio di non farsi trattare come una persona eterodetermi-
nata ma assume il peso e la responsabilità delle decisioni che lo
riguardano.
Ciò mette in crisi il modello della medicina tradizionale. Non si
accetta più che l’intervento sanitario possa essere deciso
unilate-
ralmente
dal medico, in base al suo sapere professionale, ma deve
essere individuato insieme al paziente, spesso con un faticoso pro-