Previous Page  16 / 28 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 16 / 28 Next Page
Page Background

Lo sviluppo professionale dei docenti

10

Chi opera nella scuola, chi si occupa concretamente dei bambini, dei ra-

gazzi, dei giovani che entrano ogni giorno nelle nostre classi per affrontare

le attività scolastiche, chi respira “la polvere delle aule” impegnandosi per

permettere ai propri allievi di avere un’esperienza educativo-didattica signi-

ficativa per la loro vita, sa che è sempre più difficile insegnare, si rende conto

che la situazione sta diventando ingestibile e le problematiche dei propri

allievi comportano un investimento personale e comunitario straordinario.

La situazione è talmente pesante che è evidente, a tutti coloro che hanno

a cuore l’educazione dei giovani, come la scuola, se non cambia e non si

rinnova profondamente, rischi di non reggere più gli urti continui di un

mondo sociale e familiare molto complesso.

La problematicità della vita quotidiana, la crisi economica oramai persisten-

te per i suoi effetti devastanti sull’esistenza delle persone, lo scoraggiamento

che investe non solo lo sviluppo industriale o i consumi, ma soprattutto l’il-

legalità che attanaglia lasciando quasi senza fiato il nostro Paese hanno delle

precise conseguenze in campo educativo: gli alunni sono sempre meno edu-

cati bene e di ciò è consapevole la scuola che, pur arrancando tra le difficol-

tà, mantiene il polso della situazione e cerca di essere un argine educativo al

dilagante degrado morale e civile a cui stiamo assistendo. Se la scuola fatica

a svolgere i suoi compiti istituzionali, se i suoi risultati sono inadeguati, se le

sofferenze nascoste o palesi che si sperimentano al suo interno non riescono

ad essere affrontate con successo, se la demotivazione sia negli studenti che

negli insegnanti dilaga, significa che il Paese è profondamente in crisi. A

scuola, infatti, i ragazzi portano loro stessi, i loro valori, le idee che assorbo-

no in famiglia, le gioie ed i dolori delle loro esperienze affettive e sociali. La

scuola è lo spazio formativo dove i sintomi del malessere sociale ed educativo

sono più evidenti.

I dati del malessere che si riflettono a scuola devono dirci qualcosa.

Gli alunni che lasciano la scuola italiana prima del completamento del corso

di studi sono circa 700 mila e con il 17,6% di ragazzi che abbandonano gli

studi, l’Italia, secondo i dati Istat ed Eurostat, è in fondo alla classifica eu-

ropea dove in media l’abbandono scolastico è del 14,1%. Nei Paesi di pari

sviluppo socio-economico la media è molto più bassa: in Germania è del

10,5%, in Francia dell’11,6%, nel Regno Unito del 13,5%. Il dato aumenta al

Sud Italia, dove è al 22,3%, mentre al Centro-Nord si attesta intorno al 16%.

Inoltre, le statistiche a nostra disposizione mettono in evidenza una crisi

della proposta formativa.

I non ammessi alla classe successiva sono moltissimi, nella scuola secondaria

di II grado arrivano al 14%, ma se consideriamo gli studenti promossi con

uno o più debiti formativi, il dato si eleva al 36%, ciò significa che solo la

metà del totale degli studenti consegue la promozione piena.