

www.
edises
.it
278
Parte Terza
Esempi di Unità di Apprendimento
che ricorre di frequente nell’immagine che danno di sé noti quo-
tidiani e periodici nazionali. Dunque i “fatti”, intesi come degli
assoluti (
ab-soluti
: sciolti da forme o fattori soggettivi), diventano
garanzia di:
>
>
invarianza di significato dei termini con cui li si designa;
>
>
progresso, in quanto dal loro semplice accumulo si ottiene una
conoscenza sempre più esatta e completa della natura;
>
>
unitarietà delle scienze che tutte, come suoi aspetti parziali, si ri-
feriscono però, per l’appunto, ad un’unica natura, ed i fatti più
complessi e diversificati che esse indagano sono pur sempre ricon-
ducibili a fatti più elementari e generali (al riguardo il docente
potrebbe ricordare le posizioni degli enciclopedisti, o di Comte, o
di Spencer, che sono peraltro normali contenuti di programma).
Si tratta di un edificio, solido e rassicurante, ereditato dalla grande
stagione filosofico-scientifica del XVII secolo, e tanto più solido e
rassicurante perché appariva come il trasferimento, sul piano del
rigore concettuale, di intuizioni e suggestioni già fornite dal sen-
so comune, che è il primo a dirci che esiste un mondo esterno a
noi, da noi indipendente, e fondato su proprie rigorose costanti di
comportamento.
Però all’inizio del XX secolo – e già alla fine del precedente – si
cominciano ad intravvedere delle incrinature in questo edificio,
che possono avere motivazioni di ordine sia filosofico che più stret-
tamente scientifico. Per le prime, il docente potrebbe richiamare
il contingentismo di Boutroux: le leggi meccaniche non possono
giustificare i fenomeni fisici più complessi, né le leggi fisico-chimi-
che possono da sole dare ragione dei fenomeni biologici o addi-
rittura della vita sensibile e cosciente dell’uomo (nel passaggio da
un ordine di realtà inferiore ad uno superiore e più complesso,
l’effetto presenta qualcosa di nuovo che non esisteva nella causa
e questo qualcosa è un fatto contingente, cioè libero e imprevedi-
bile). Analoga critica del meccanicismo si trova nella filosofia di
Bergson, con la sua esaltazione dello slancio vitale da cui la natura
sorge e si evolve, e che crea e si espande senza piano preordinato.
Nietzsche da parte sua dichiara che il presunto “fatto” scientifico
è in realtà frutto della nostra interpretazione, destinata a rinchiu-
dere la natura in una rete di leggi necessarie per renderla così
governabile dalla nostra volontà di potenza.