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Parte Terza

Esempi di Unità di Apprendimento

che ricorre di frequente nell’immagine che danno di sé noti quo-

tidiani e periodici nazionali. Dunque i “fatti”, intesi come degli

assoluti (

ab-soluti

: sciolti da forme o fattori soggettivi), diventano

garanzia di:

>

>

invarianza di significato dei termini con cui li si designa;

>

>

progresso, in quanto dal loro semplice accumulo si ottiene una

conoscenza sempre più esatta e completa della natura;

>

>

unitarietà delle scienze che tutte, come suoi aspetti parziali, si ri-

feriscono però, per l’appunto, ad un’unica natura, ed i fatti più

complessi e diversificati che esse indagano sono pur sempre ricon-

ducibili a fatti più elementari e generali (al riguardo il docente

potrebbe ricordare le posizioni degli enciclopedisti, o di Comte, o

di Spencer, che sono peraltro normali contenuti di programma).

Si tratta di un edificio, solido e rassicurante, ereditato dalla grande

stagione filosofico-scientifica del XVII secolo, e tanto più solido e

rassicurante perché appariva come il trasferimento, sul piano del

rigore concettuale, di intuizioni e suggestioni già fornite dal sen-

so comune, che è il primo a dirci che esiste un mondo esterno a

noi, da noi indipendente, e fondato su proprie rigorose costanti di

comportamento.

Però all’inizio del XX secolo – e già alla fine del precedente – si

cominciano ad intravvedere delle incrinature in questo edificio,

che possono avere motivazioni di ordine sia filosofico che più stret-

tamente scientifico. Per le prime, il docente potrebbe richiamare

il contingentismo di Boutroux: le leggi meccaniche non possono

giustificare i fenomeni fisici più complessi, né le leggi fisico-chimi-

che possono da sole dare ragione dei fenomeni biologici o addi-

rittura della vita sensibile e cosciente dell’uomo (nel passaggio da

un ordine di realtà inferiore ad uno superiore e più complesso,

l’effetto presenta qualcosa di nuovo che non esisteva nella causa

e questo qualcosa è un fatto contingente, cioè libero e imprevedi-

bile). Analoga critica del meccanicismo si trova nella filosofia di

Bergson, con la sua esaltazione dello slancio vitale da cui la natura

sorge e si evolve, e che crea e si espande senza piano preordinato.

Nietzsche da parte sua dichiara che il presunto “fatto” scientifico

è in realtà frutto della nostra interpretazione, destinata a rinchiu-

dere la natura in una rete di leggi necessarie per renderla così

governabile dalla nostra volontà di potenza.