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Unità di Apprendimento 8

Revisione dell’immagine positivistica della scienza

283

il paradigma dell’

impetus

, lo scienziato non poteva vedere pendoli, ma solo

pietre oscillanti. I pendoli poterono esistere solo quando si fu verificato un

riorientamento gestaltico indotto dal paradigma.

In conclusione, è chiaro che i procedimenti induttivi non posso-

no darci la garanzia di scoprire delle leggi “vere” obiettive e uni-

versali, visto che lavorano su dati che non rappresentano “fatti”,

quindi non sono fedeli resoconti di quanto accade in natura, ma

sono connotati, anzi materiati, culturalmente in base ai paradig-

mi teorici; inoltre, se le teorie scaturiscono dai paradigmi e questi

mutano nel tempo come mutano le culture, diventa difficile anche

confrontare, o commensurare, le teorie fra di loro. Tanto più per il

fatto che gli apparati linguistici in cui dati e teorie vengono espres-

si nascondono dall’uno all’altro notevoli varianze di significato,

anche quando ricorrono agli stessi termini o a termini convenzi-

nalmente equivalenti.

Se le teorie non sono tra loro commensurabili, o lo sono con mol-

te cautele o incertezze, si può sostenere che l’una rappresenti un

progresso rispetto all’altra? Forse sì, visto che una teoria successiva

in genere risolve dei problemi che una precedente lasciava aperti,

ma occorre intanto rivedere la nostra definizione di progresso, che

non va inteso come progresso “verso” (verso il controllo totale del-

la natura, verso un “sapere assoluto”, verso la definitiva redenzione

dell’umanità, ecc.), ma al più come progresso “da”, cioè come in-

cremento di informazione e di capacità di previsione di una teoria

rispetto alla precedente. In tutti i casi si tratta di progredire, attra-

verso le teorie, non da problemi a soluzioni definitive, ma ad altri

problemi, però più profondi e consapevoli. Questo è il punto di

vista di Popper, evidenziabile molto bene nel seguente passo della

Logica della scoperta scientifica

.

Documento 3

4

La base empirica delle scienze oggettive non ha in sé niente di assoluto. La

scienza non posa su un solido strato di roccia. L’ardita struttura delle sue

teorie si eleva, per così dire, sopra una palude. È come un edificio costruito

su palafitte. Le palafitte vengono conficcate dall’alto, giù nella palude: ma

non in una base naturale o “data”; e il fatto che desistiamo dai nostri tenta­

4

 K. Popper,

Logica della scoperta scientifica

, cit., pp. 107-108.