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Unità di Apprendimento 8

Revisione dell’immagine positivistica della scienza

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stici, mitici, estetici, ecc., secondo tutto lo spessore della cultura da

cui proviene, ed è destinato a persuadere piuttosto che a dimostra-

re; perciò, è in grado di reggere qualsiasi tentativo di confutazione

condotto razionalmente (basta manipolare abilmente tale appara-

to linguistico, introdurre ipotesi

ad hoc

, ecc.). Solo criteri fantastici,

mitici, estetici ecc. possono, di nuovo, indurre ad abbandonare la

teoria. Posizioni del genere, che inducono l’anarco-epistemologo

a sostenere che per fare scienza “tutto va bene”, contengono in-

dubbiamente una buona dose di provocazione: l’immagine della

scienza che ne consegue ha perso non solo i caratteri dell’edificio

costruito su solida roccia, ma anche di quello, popperiano, costrui-

to su più precarie palafitte. Non solo si dovrebbe parlare di scienza

come costruzione da parte del soggetto, si dovrebbe parlare anche

di costruzione dovuta, in buona misura, ai suoi lati oscuri e irrazio-

nali. E mentre in Kuhn, non senza qualche ambiguità, si riaffac-

ciano criteri oggettivi di scelta fra teorie (accuratezza, dimostrato

accordo coi risultati di osservazioni ed esperimenti, coerenza, am-

piezza, semplicità, redditività: qualcosa, insomma, tra “la miglior

confezione” e un recupero della “logica dell’oggettività”), questo in

Feyerabend appare molto difficile. In realtà, in lui la provocazione

non è solo rivolta a controbilanciare la visione positivistica della

scienza, ma anche a smascherarne la pretesa di essere il vertice in-

confutabile del sapere umano.

Documento 4

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La scienza è molto più vicina al mito di quanto una filosofia scientifica voglia

ammettere. Essa è solo una fra le molte forme di pensiero che sono state svi­

luppate dall’uomo, e non necessariamente la migliore. È vistosa, rumorosa

e impudente, ma è intrinsecamente superiore solo per coloro che hanno già

deciso a favore di una certa ideologia, o che l’hanno accettata senza aver­

ne mai esaminato i vantaggi e i limiti. E poiché l’accettazione o il rifiuto di

ideologie dovrebbero essere lasciati all’individuo, ne segue che la separazio­

ne di Stato e Chiesa dovrebbe essere integrata dalla separazione di Stato e

Scienza, che è la più recente, la più aggressiva e la più dogmatica istituzione

religiosa. Una tale separazione potrebbe essere la nostra unica possibilità di

conseguire un’umanità di cui siamo capaci, ma che non abbiamo mai realiz­

zato compiutamente.

5

 P.K. Feyerabend,

Contro il metodo

, Feltrinelli, Milano 1979, p. 240.