

www.
edises
.it
Unità di Apprendimento 8
Revisione dell’immagine positivistica della scienza
285
stici, mitici, estetici, ecc., secondo tutto lo spessore della cultura da
cui proviene, ed è destinato a persuadere piuttosto che a dimostra-
re; perciò, è in grado di reggere qualsiasi tentativo di confutazione
condotto razionalmente (basta manipolare abilmente tale appara-
to linguistico, introdurre ipotesi
ad hoc
, ecc.). Solo criteri fantastici,
mitici, estetici ecc. possono, di nuovo, indurre ad abbandonare la
teoria. Posizioni del genere, che inducono l’anarco-epistemologo
a sostenere che per fare scienza “tutto va bene”, contengono in-
dubbiamente una buona dose di provocazione: l’immagine della
scienza che ne consegue ha perso non solo i caratteri dell’edificio
costruito su solida roccia, ma anche di quello, popperiano, costrui-
to su più precarie palafitte. Non solo si dovrebbe parlare di scienza
come costruzione da parte del soggetto, si dovrebbe parlare anche
di costruzione dovuta, in buona misura, ai suoi lati oscuri e irrazio-
nali. E mentre in Kuhn, non senza qualche ambiguità, si riaffac-
ciano criteri oggettivi di scelta fra teorie (accuratezza, dimostrato
accordo coi risultati di osservazioni ed esperimenti, coerenza, am-
piezza, semplicità, redditività: qualcosa, insomma, tra “la miglior
confezione” e un recupero della “logica dell’oggettività”), questo in
Feyerabend appare molto difficile. In realtà, in lui la provocazione
non è solo rivolta a controbilanciare la visione positivistica della
scienza, ma anche a smascherarne la pretesa di essere il vertice in-
confutabile del sapere umano.
Documento 4
5
La scienza è molto più vicina al mito di quanto una filosofia scientifica voglia
ammettere. Essa è solo una fra le molte forme di pensiero che sono state svi
luppate dall’uomo, e non necessariamente la migliore. È vistosa, rumorosa
e impudente, ma è intrinsecamente superiore solo per coloro che hanno già
deciso a favore di una certa ideologia, o che l’hanno accettata senza aver
ne mai esaminato i vantaggi e i limiti. E poiché l’accettazione o il rifiuto di
ideologie dovrebbero essere lasciati all’individuo, ne segue che la separazio
ne di Stato e Chiesa dovrebbe essere integrata dalla separazione di Stato e
Scienza, che è la più recente, la più aggressiva e la più dogmatica istituzione
religiosa. Una tale separazione potrebbe essere la nostra unica possibilità di
conseguire un’umanità di cui siamo capaci, ma che non abbiamo mai realiz
zato compiutamente.
5
P.K. Feyerabend,
Contro il metodo
, Feltrinelli, Milano 1979, p. 240.