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Parte Terza

Esempi di Unità di Apprendimento

tivi di conficcare più a fondo le palafitte non significa che abbiamo trovato

un terreno solido. Semplicemente, ci fermiamo quando siamo soddisfatti e

riteniamo che almeno per il momento i sostegni siano abbastanza stabili da

sorreggere la struttura.

Per Kuhn parlare di progresso nel corso della storia della scienza è

ancora più difficile: per lui, se di progresso si può parlare, se ne può

parlare solo a proposito della scienza “normale”, quella che si rico-

nosce in un paradigma (ad esempio, l’evoluzionismo darwiniano)

e procede all’interno di esso, accumulando dati e risolvendo rom-

picapi (come l’accordo della teoria di Darwin con le leggi di Men-

del). Questa scienza conosce dunque i propri punti di partenza, vi

raffronta gli esiti successivi della ricerca e ne stabilisce la distanza e

perciò il progresso rispetto ai punti di partenza (non per questo si

attribuisce, o crede di vedere, una meta finale). È il paradigma co-

mune fra partenza ed esiti che consente di commensurarli e di defi-

nire e misurare il progresso. La scienza rivoluzionaria (ad esempio,

la fisica galileiana rispetto a quella aristotelica) invece fa terra bru-

ciata dietro di sé, cancella i vecchi paradigmi e ne produce di nuovi;

con ciò diventa incommensurabile rispetto alla vecchia scienza che

confuta. Proprio questa distinzione fra scienza normale e scienza ri-

voluzionaria viene presa di mira da Feyerabend, cancellando quella

pur debole

imago

di progresso che Kuhn ci aveva ancora prospet-

tato. Attraverso una puntigliosa disamina degli argomenti e delle

esemplificazioni di Kuhn, Feyerabend giunge a ritenere impossibi-

le il demarcare una scienza normale: tutte le teorie e tutti i periodi

possono in qualche modo essere ritenuti rivoluzionari rispetto ai

precedenti, tanta è la forza della componente storica e soggetti-

va che racchiudono in sé. E questo non solo nel momento della

formulazione originaria, cioè nel contesto della scoperta, ma an-

che nella fase della giustificazione, cioè della successiva convalida

e dell’inserimento in un quadro concettuale più generale. Mentre

per Popper è ancora pensabile che un’osservazione, o un opportu-

no corredo di osservazioni, siano in grado – per quanto i loro enun-

ciati linguistici risentano dei presupposti teorici – di confermare

o invalidare una teoria in un contesto perfettamente razionale e

controllabile, per Feyerabend nessun esperimento di per sé ne è

in grado. Per lui l’apparato linguistico di una teoria non risponde

a criteri di cartesiana razionalità, ma è intessuto di elementi fanta-