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Le organizzazioni nel processo di acquisto del vino: il marketing business to business

dalla dimensione dell’azienda e dal servizio richiesto. Molto importante è l’organizzazione logistica per

trasferire il prodotto dove e quando vuole l’acquirente;

politiche di comunicazione: maggiore rilievo assumono le comunicazioni mediante il personale di vendita e

meno efficace risulta la pubblicità. Particolare importanza assume la vendita relazionale, orientata a costruire

relazioni durature e forti con il cliente attraverso la condivisione di vantaggi reciproci basati sui servizi e la

certezza di una fornitura sicura.

politiche di prezzo: il prezzo e le modalità di pagamento vengono contrattate con l’acquirente, spesso legati

ad una forma collaborativa e di partenariato. I prezzi associati alle transazioni sono basati prevalentemente

sulla predisposizione di un listino prezzi, sulla previsione di sconti, sull’importanza/performance del bene

venduto sul prodotto finale e sul livello di informazioni del prodotto.

Tabella 3.3 

Differenze nelle azioni di marketing tra il mercato business to business e business to consumer

Differenze di pratiche di marketing

Business to business

Business to consumer

Processo di vendita

Vendita di sistemi

Vendita di prodotti

Personale di vendita

Numeroso

Limitato

Uso delle relazioni

Estese

Limitate

Strategie di promozione

Limitate e specifiche al tipo di

cliente

Molteplici e diffuse

Integrazione a siti web

Ampia

Limitata

Branding

Limitato

Esteso

Politiche di prodotto

Personalizzate

Differenziate

Politiche di prezzo

Negoziate

Diversificate

Ricerche di mercato

Limitate

Estese

Segmentazione

Semplificata

Sofisticata

Complessità del prodotto

Ampia

Modesta

Fonte: ns. elaborazione da Brennan et al. (2011) e Fill et al. (2005).

Un’attività di particolare rilievo utilizzata dalle imprese di produzione nelle relazioni con le imprese com-

merciali è costituita dalle politiche di

trade marketing

. Si tratta di quelle attività che puntano a conoscere, pia-

nificare, organizzare e gestire il processo distributivo in modo da massimizzare la redditività degli investimenti

di marketing e ottenere un vantaggio competitivo nella competizione orizzontale con le imprese dello stesso

settore (Fornari, 2000). La crescente tendenza, da un lato, dei consumatori a richiedere prodotti sempre più

differenziati e incorporati di servizi e il peso sempre più consistente del sistema distributivo, dall’altro, hanno

condizionato le imprese di produzione a intraprendere nuovi approcci e strategie nella gestione delle politiche

distributive. Pertanto, il produttore si trova a dover scegliere se investire sulla propria marca adottando delle

politiche “pull” per incrementare la domanda dei propri prodotti sul mercato finale attraverso la comunicazione

e la promozione diretta del proprio marchio, oppure adottare una politica di tipo “push” in cui interagisce con

l’impresa commerciale per accrescere la propria reputazione e quota di mercato attraverso attività di supporto

e promozione sul mercato intermedio.

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.3

GLI ATTORI DEL MERCATO INTERMEDIO NEL SETTORE VITIVINICOLO

La filiera del vino in Italia è caratterizzata da un elevato grado di frammentazione, sia nella fase della produzio-

ne di uva che in quella di trasformazione, con evidenti conseguenze sui mercati intermedi dell’uva e del vino.

Tali mercati, che regolano parte dei flussi di prodotti tra i diversi attori della filiera dalla fase di produzione

all’imbottigliamento, si caratterizzano anche per la forma e tipologia di relazioni verticali che si vengono a