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Malattie biotiche ed abiotiche nella fase post-raccolta dell’uva da tavola
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.2
CONDIZIONI OTTIMALI DI LAVORAZIONE, CONSERVAZIONE E TRASPORTO
Le condizioni ottimali per la conservazione dell’uva da tavola sono: temperatura da -1 a 0°C; umidità relativa non inferiore
al 90%, meglio se intorno al 95% (
Figura 11.5
); velocità dell’aria refrigerante nelle celle di circa 6-11 metri al minuto. La
bassa temperatura serve a ridurre al massimo i processi di: 1) senescenza mediante riduzione della respirazione delle bac-
che e soprattutto del rachide, che ha un tasso di respirazione 15 volte superiore rispetto a quello delle bacche; 2) deteriora-
mento ad opera di agenti di marciume; 3) calo del peso; 4) imbrunimento del rachide. Valori di umidità elevata dovrebbero
essere assicurati anche nella fase di pre-refrigerazione, quando gli evaporatori assorbono molta umidità per via del loro
continuo funzionamento. Valori idonei di umidità sono assicurati dagli umidificatori (
Figura 11.5
), strumenti automatici
che non devono mai mancare nelle celle di refrigerazione. Periodicamente o, comunque, nei momenti in cui sono vuote,
le celle devono essere sottoposte a fumigazione con prodotti disinfestanti registrati per tale uso. La lavorazione dell’uva in
magazzino deve avvenire a temperature relativamente basse per evitare pericolosi fenomeni di condensa sulle bacche che
possono favorire lo sviluppo dei marciumi, soprattutto da
B. cinerea
. Tale condensa sarà tanto più alta quanto maggiore
sarà l’umidità dell’aria. I locali di confezionamento, nelle realtà migliori, sono anch’essi condizionati e gli operatori,
conseguentemente, adottano un abbigliamento consono alle basse temperature. Sempre con lo scopo di evitare pericolosi
fenomeni di condensa sulle bacche e/o nelle confezioni in plastica, anche le operazioni di carico dei pallet nei mezzi di
trasporto devono essere fatte a temperatura prossima a quella di conservazione. Così, i corridoi lungo le celle e lo spazio
antistante le bocche di carico sono opportunamente condizionati (
Figura 11.7
). I mezzi di trasporto devono avere cassoni
ben coibentati e preventivamente raffreddati alla temperatura cui deve essere effettuato il trasporto. La temperatura ideale
di trasporto è, come per la conservazione, 0°C. Questa è, infatti, la temperatura tassativamente imposta per il trasporto a
lunga distanza, come nel caso di spedizioni del prodotto in Paesi quali Stati Uniti, Canada e Nuova Zelanda; infatti, per
questi Paesi la temperatura di 0°C per almeno 14 giorni è obbligatoria per permettere la devitalizzazione di adulti e uova
della mosca mediterranea della frutta (
Ceratitis capitata
), pericoloso insetto assente in quelle aree. Per i trasporti su ruota,
quindi per distanze e tempi minori, la temperatura di trasporto può variare dai 2 ai 4°C. Lo stivaggio nei mezzi di traspor-
to è una fase fondamentale nella filiera: deve essere fatto nel migliore dei modi evitando di creare canali preferenziali di
passaggio dell’aria di refrigerazione o di ostruire le bocche di mandata e di aspirazione della stessa; il carico deve essere
posizionato in modo da riempire il container, così che durante il viaggio non vi siano oscillazioni e movimenti delle pedane
che possano provocare schiacciamento degli imballaggi. I mezzi per il trasporto refrigerato (container, camion refrigerati)
devono essere costruiti con materiale coibentante di ottima qualità e devono essere mantenuti nella massima igiene con
opportuni lavaggi ad ogni carico effettuato. Anche la temperatura nei locali di commercializzazione è di fondamentale
importanza poiché la qualità può deteriorarsi rapidamente se questa è troppo alta e se la commercializzazione si prolunga
per molto tempo. Non è raro vedere negli ipermercati bacche con estesi marciumi e talvolta anche lo sviluppo di moscerini,
indice di forte deterioramento.
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ALTERAZIONI DI NATURA ABIOTICA
11.3.1
Disidratazione del rachide
Fra le alterazioni che si possono manifestare nel corso della fase post-raccolta dell’uva da tavola, senza dubbio la più im-
portante è dovuta alla disidratazione per effetto dell’alta temperatura e/o della bassa umidità dell’aria. La perdita di acqua
può portare alla disidratazione del rachide, che diventa fragile e quindi soggetto a rottura durante la manipolazione. La
velocità di disidratazione progredisce in maniera logaritmica essendo più veloce nel range 27-32°C, rispetto a 21-29°C
e massima a 32-38°C. Altro sintomo dovuto alla disidratazione è l’imbrunimento del rachide che pregiudica seriamente
l’aspetto del grappolo (
Figura 11.8
). Tale sintomo in genere è successivo alla disidratazione e la sua progressione è tanto
più rapida quanto maggiore è la temperatura ambientale. Infine, si può osservare la disidratazione delle bacche. Queste
non presentano evidenti sintomi se non quando il peduncolo è completamente disidratato e imbrunito. Con una perdita di
acqua di almeno il 3% le bacche cominciano a mostrare un aspetto opaco come conseguenza della perdita di turgidità; con
il 4-5% di perdita le bacche appaiono soffici e sopra questi valori esse cominciano ad apparire raggrinzite. La parte più
disidratata della bacca è quella prossima al peduncolo. Come per disidratazione ed imbrunimento del rachide, anche per le
bacche la perdita di acqua è proporzionale alla temperatura. Da prove sperimentali è scaturito che dopo 8 ore a 38°C ben il
75% delle bacche presentava appassimento, contro il 45% nel caso del lotto mantenuto a 21°C; la perdita in peso era stata