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Malattie biotiche ed abiotiche nella fase post-raccolta dell’uva da tavola

tabisolfito di sodio o di potassio, sotto forma di granuli,

contenuti in fogli di carta plastificata opportunamente

microforata (

Figura A1.1

). Questi generatori, poggiati

sull’uva previamente confezionata in sacchetti di polie-

tilene, liberano SO

2

in relazione all’umidità e alla tem-

peratura. Maggiori sono i valori di questi due parametri

e maggiore è la produzione del gas. In relazione a questo

aspetto, nonostante l’uva abbia una tolleranza all’anidri-

de solforosa più elevata rispetto a tutti gli altri ortofrutti-

coli freschi, un eccesso può risultare fitotossico. I sintomi

di fitotossicità si possono manifestare sotto forma di nu-

merose punteggiature, leggermente infossate e di colore

più chiaro rispetto al tessuto sano. Frequentemente però,

il sintomo decolorazione interessa l’intera bacca o, più

caratteristicamente, la parte della bacca prossima al pe-

duncolo, formando una sorta di calotta di pochi millime-

tri, di colore prima più chiaro del tessuto sano, poi marro-

ne, nel caso delle uve bianche (

Figura A1.2

) e di colore

giallo-verdognolo, poi marrone, nel caso delle uve nere. I

tessuti mostranti sintomi di fitotossicità e quelli sani sono

separati da una linea ben definita, di colore marrone scu-

ro. La zona preferenziale di penetrazione nel frutto, posta

fra il peduncolo e la bacca, spiega il particolare sintomo

“a calotta”, ma il gas può penetrare abbondantemente an-

che attraverso eventuali ferite, inducendo sintomi di fito-

tossicità nell’intera bacca. Nel caso della cv. Red Globe,

l’eccesso di SO

2

induce la formazione di microlesioni

(

hairlines

) che poi si ingrandiscono diventando ben visi-

bili a occhio nudo, attraverso cui il gas penetra e decolora

la buccia (

Figura A1.3

). L’eccesso di SO

2

porta, inoltre,

a una perdita di turgore e di sapore, che diventa piatto e

sgradevole. Anche il rachide può manifestare una legge-

ra decolorazione, ma questo sintomo, dal punto di vista

commerciale, è apprezzato. I danni da SO

2

dipendono

dalla cultivar, dalla fase di maturazione, dalla presenza di

lesioni e dalla temperatura a cui è conservata l’uva. Ri-

guardo a quest’ultimo aspetto, viene consigliato di inse-

rire i generatori di SO

2

nelle confezioni di uva racchiuse

Figura A1.

1

Generatore di anidride solforosa da meta-

bisolfito di sodio a doppio rilascio. Grazie

a una diversa permeabilità dei fogli di carta

che costituiscono il generatore, oppure alla

presenza di due formulati, viene prodotta

una prima quantità di SO

2

subito dopo il

confezionamento e successivamente il gas

viene generato lentamente fino alla fine della

conservazione.

Figura A1.

2

Bacche di uva bianca con sintomi di fitotossi-

cità da anidride solforosa, che consiste in

un imbrunimento di una porzione della bacca

(“calotta”) in prossimità del peduncolo. La

fitotossicità non è infrequente nell’uva frigo-

conservata per lunghi periodi.