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Malattie biotiche ed abiotiche nella fase post-raccolta dell’uva da tavola

11.4.2 

Marciume da

Aspergillus

Questa alterazione assume importanza negli ambienti caratterizzati da siccità e temperature estivo-autunnali relativamente

alte. Le infezioni da

Aspergillus

spp. sull’uva da tavola, a differenza di quelle da

B

.

cinerea,

hanno scarsa importanza poiché

si sviluppano molto lentamente e sono pochissime le bacche interessate per ciascun grappolo. Il fungo, che vive nel terreno

e su residui organici, è favorito da temperature comprese tra 25 e 35°C e può, quindi, rappresentare un problema per l’uva

commercializzata a temperatura ambiente. Per limitare efficacemente lo sviluppo dell’alterazione bisogna utilizzare uve

sane alla raccolta. Bisogna, poi, porre attenzione nell’evitare ferite di varia natura e abbassare subito la temperatura con la

pre-refrigerazione. Le specie responsabili del marciume, infatti, sono termofile e non crescono a temperature inferiori a 5°C

(

Figura 11.15

). Attacchi di

Aspergillus

spp. potrebbero implicare accumulo di ocratossinaA, una micotossina rinvenibile sul

prodotto fresco, ma anche e soprattutto nei succhi. L’anidride solforosa è efficace contro la malattia (Ippolito e Nigro, 2009).

11.4.3 

Marciume deliquescente

Il marciume deliquescente è una malattia poco frequente sull’uva in post-raccolta. La polpa delle bacche infette perde con-

sistenza e diventa deliquescente. I patogeni coinvolti sono

Rhizopus oryzae

e

R. stolonifer

. Questi sono funghi ad habitat

tellurico e colonizzano facilmente residui organici di varia natura. Pertanto, con movimenti di aria possono giungere sui

grappoli in campo, durante la raccolta e durante la conservazione. Le infezioni in genere prendono origine dalle ferite, ma

la copiosa produzione di enzimi degradativi permette al patogeno di colonizzare per contatto anche bacche sane, mature,

formando i cosiddetti “nidi” (

Figura 11.16

). Condizioni ambientali caratterizzate da elevate temperature facilitano le in-

fezioni da

Rhizopus,

che sono, quindi, più frequenti nelle annate calde e siccitose. Le temperature ottimali di crescita sono

di 30-35°C per

R. oryzae

e 20-25°C per

R. stolonifer

. Per limitare lo sviluppo del marciume è necessario utilizzare uva

esente da ferite o lesioni di diversa natura (originate da grandine, attacchi di oidio, attacchi di tignoletta, vespe, uccelli) e

maneggiare con cura i grappoli durante le operazioni di raccolta, confezionamento, conservazione e trasporto. La pratica

della refrigerazione ne annulla completamente lo sviluppo che, tuttavia, riprende vigorosamente con il ritorno a tempera-

tura ambiente (Ippolito e Nigro, 2009).

11.4.4 

Marciume da

Penicillium

Varie specie di

Penicillium

sono responsabili di questo marciume, quali

P. citrinum, P. cyclopium

e

P. expansum

. La malat-

tia non è molto frequente sui grappoli, ma è presente in tutte le regioni viticole del mondo, in particolare in quelle a clima

continentale. Le bacche e i pedicelli sono invasi prima da una muffa biancastra, polverulenta, che, in seguito alla forma-

zione delle spore, vira verso il verde o il bluastro (

Figura 11.17

) a seconda della specie responsabile. I tessuti attaccati

perdono consistenza, sono acquosi ed emanano odore di muffa. Come per i marciumi causati da

Aspergillus

e da

Rhizopus

,

bisogna utilizzare uve sane da manipolare con cura al fine di evitare ferite alle bacche; le basse temperature rallentano

Figura 11.

15

Bacca di uva attaccata da

Asper-

gillus

spp. In genere il patogeno

si insedia approfittando di ferite di

diversa origine (tignola, lesioni nel

corso della raccolta, screpolature

per eccessiva forzatura delle

piante, etc.).