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Olografia

655

Diffrazione di un ostacolo piano

Prendiamo infine in considerazione un ostacolo piano opaco delimitato da uno spigolo

netto, come potrebbe essere il bordo di una fenditura rettilinea indefinita o il filo di una lama.

L’onda incidente è piana e monocromatica, con fronte d’onda parallelo al piano contenente

l’ostacolo.

Ponendosi in un punto

P

a distanza

r

0

dal bordo e costruendo il relativo sistema di zone di

Fresnel, si osserva che queste sono tutte tagliate a metà dal bordo dell’ostacolo. Se

E

è

l’ampiezza del campo elettrico prodotto in

P

dall’intero fronte d’onda, l’ampiezza in presen-

za dell’ostacolo è

E

P

=

E

/ 2 e l’intensità

I

P

=

I

/ 4. In un punto

P

1

, posizionato come mostrato

in figura 16.43 e distante da

P R

1

=

r

0

l

, la prima zona di Fresnel contribuisce completa-

mente all’intensità; per le altre si può dire che ciascuna zona pari è tagliata un po' meno della

successiva zona dispari, così che il contributo da sottrarre è minore che in assenza dell’osta-

colo e l’intensità in

P

1

risulta maggiore dell’intensità

I

senza ostacolo. Nella figura 16.44 è

mostrato l’andamento dell’intensità trasversalmente all’asse

OP

: si vede che c’è intensità

nella zona d’ombra geometrica, che le variazioni si hanno in vicinanza della proiezione del

bordo e che allontanandosi da questa l’intensità tende al valore costante

I

. Analogamente al

crescere della distanza

r

0

questi effetti di diffrazione tendono a scomparire. Infine nella figu-

ra 16.45 è mostrata la figura di diffrazione di una fenditura (due bordi con spigolo netto) in

vicinanza della stessa e all’infinito, dove si ritrova il risultato di Fraunhofer.

16.9 Olografia

Un’onda piana monocromatica che si propaga lungo l’asse

x

e incide su una lastra foto-

grafica produce su questa un annerimento che dipende localmente dall’intensità che ha col-

pito la lastra durante il tempo di esposizione e che quindi, per l’onda piana, è uniforme.

Supponiamo che in un punto

P

, posto a distanza

x

0

dalla lastra, ci sia una sferetta molto pic-

cola, la quale diffonde, attraverso unmeccanismo del tipo discusso nel paragrafo 13.8, la luce

incidente dando origine ad un’onda sferica coerente con l’onda primaria e quindi capace di

interferire con essa.

In un punto

Q

della lastra

L

distante

r

da

P

e

z

dall’asse

x

si osserva pertanto l’interferen-

za tra l’onda primaria

E

rif

, che chiamiamo

onda di riferimento

, e l’onda sferica

E

ogg

prove-

niente da

P

, che chiamiamo

onda oggetto

:

E

rif

=

E

0

cos (

k x

0

w

t

) ,

E

ogg

=

E

(

r

) cos (

kr

w

t

) .

Esempio 16.12

Un’onda piana con

l

= 0.685

μ

m incide perpendicolarmente su un disco opaco di raggio

R

= 2 mm. Confrontare l’intensità osservata in un punto

P

1

sull’asse del disco alla

distanza

r

1

= 5.84 m con l’intensità

I

0

in assenza del disco. Ripetere il calcolo per un

punto

P

2

distante

r

2

= 2.92 m.

Soluzione

Nella posizione

r

1

, riprendendo i risultati dell’esempio 16.11, il disco opaco copre la

prima zona di Fresnel relativa a

P

1

, per cui

E

foro

= 2

E

se

E

è l’ampiezza che sarebbe pro-

dotta dal fronte d’onda completo. Pertanto

E

disco

=

E

E

foro

= –

E

,

I

disco

=

I

,

l’intensità in

P

1

è la stessa di quella in assenza del disco opaco. In

P

2

, a distanza

r

2

=

r

1

/2,

E

foro

0 per cui

E

disco

=

E

E

foro

=

E

,

I

disco

=

I

e si ha la stessa intensità che a distanza

r

1

.

La figura di diffrazione completa consiste ancora di una serie di anelli scuri e chiari che

circondano

in ogni caso

un dischetto centrale chiaro.

O

r

0

P

P

1

O

R

1

bordo dello

ostacolo

bordo dello

ostacolo

E

E

P

= ––

2

Figura 16.43