

Diffrazione dei raggi
X
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Vogliamo notare, per concludere, che il termine diffrazione dei raggi
X
, per quanto
comunemente usato, non è appropriato. Si tratta piuttosto di
diffusione
; ciò che si osserva, e
che dimostra la natura ondulatoria dei raggi
X
, è l’
interferenza tra i raggi diffusi lungo date
direzioni
.
Esempio 16.15
Un fascio di raggi
X
, contenente tutte le lunghezze d’onda comprese nell’intervallo tra
0.01 nm e 1 nm, incide su un cristallo di NaCl come mostrato in figura. Per le due serie
di piani reticolari indicati calcolare in quali direzioni si formano i massimi di interfe-
renza e per quali lunghezze d’onda.
Soluzione
Essendo
a
= 0.282 nm,
d
1
=
a
/ 2 = 0.199 nm,
d
2
=
a
/ 5 = 0.126 nm. Inoltre
tg
q
1
= 1 ,
q
1
= 45° ,
a
1
= 2
q
1
= 90° , tg
q
2
= 0.5 ,
q
2
= 26.57° ,
a
2
= 2
q
2
= 53.13° .
Le lunghezze d’onda che interferiscono costruttivamente per il primo sistema di piani
reticolari si ricavano da
2
d
1
sen
q
1
= 0.282 =
m
l
in nm ;
visti i limiti su
l
m
è un numero intero compreso tra 0.282 e 28.2, quindi
0.282
l
= –––––– nm
m
= 1, 2, … 28 .
m
Per la seconda serie di piani reticolari
0.113
2
d
2
sen
q
2
= 0.113 =
m
l
in nm
l
= –––––– nm
m
= 1, 2, … , 11 .
m
a
a
2
a
1
q
2
q
1
d
2
=
a
/ 5
d
1
=
a
/ 2
Figura 16.59