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Diffrazione ad un foro circolare e da parte di un disco opaco

637

Questi risultati si applicano chiaramente ad una

lente

di

apertura D

(ovvero di

raggio

R

), per cui l’immagine di una sorgente puntiforme molto lontana è data, nel

piano focale di una lente convergente, da un piccolo disco luminoso le cui dimen-

sioni sono determinate dal rapporto

f

/

D

tra distanza focale e apertura della lente.

Diffrazione da parte di un disco opaco

Consideriamo un’onda piana monocromatica che incide su un’apertura circola-

re

G

di diametro

h

molto maggiore di

l

. A grande distanza, su uno schermo

C

, non

si osserva diffrazione in quanto

h

>>

l

: il campo elettrico

E

G

e l’intensità sono

diversi da zero solo lungo la direzione individuata da

q

= 0, ortogonale al piano di

G

.

Poniamo adesso sull’

apertura G

un

disco opaco A

di diametro

h

avente al cen-

tro un foro circolare di diametro

D

. In un punto

P

dello schermo, visto sotto l’ango-

lo

q

, si osserva un campo elettrico di ampiezza

E

A

(

q

) e un’intensità

I

A

(

q

) propor-

zionale a

E

2

A

(

q

). Se invece di

A

poniamo, nella stessa posizione in cui c’era il foro

di

A

, un

disco opaco B

di diametro

D

, nel punto

P

si osservano un campo elettrico di

ampiezza

E

B

(

q

) e un’intensità

I

B

(

q

) proporzionale a

E

2

B

(

q

); la luce raggiunge lo

schermo passando attraverso un’apertura anulare compresa tra il raggio

D

/2 e il rag-

gio

h

/ 2.

Notiamo che le

aperture

costituite dal foro nel disco

A

e dall’anello dovuto alla

presenza del disco

B

sono

complementari

, ossia non hanno nessuna zona in comu-

ne: se sovrapponiamo i loro effetti è come se ci fosse soltanto l’apertura

G

. Pertanto

E

G

(

q

) =

E

A

(

q

) +

E

B

(

q

) ;

d’altra parte

E

G

(

q

) = 0 per

q

0 e concludiamo che

E

B

(

q

) = –

E

A

(

q

) ,

I

B

(

q

) =

I

A

(

q

) per

q

0 .

Questo risultato, noto come

principio di Babinet

, stabilisce che, con l’esclusio-

I

(

q

)

1

0.5

sen

q

l

1.22 ––

D

Figura 16.11

Esempio 16.4

L’obiettivo di una macchina fotografica, di apertura

D

=2.5 cm e distanza focale

f

= 5

cm, è illuminato da una sorgente puntiforme lontana

S

, che emette luce di lunghezza

d’onda

l

= 0.55

m

m. Calcolare le dimensioni dell’immagine

S

nel piano focale

dell’obiettivo.

Soluzione

Siamo di sicuro nella condizione

l

<<

D

e utilizziamo (16.7): l’apertura angolare 2

q

dell’immagine vista dal centro della lente è

l

2

q

= 2.44 ––– = 5.37 · 10

–5

rad .

D

L’immagine di

S

è un dischetto di diametro

f

d

= 2

q

f

= 2.44

l

––– = 2.68

m

m .

D

A causa della diffrazione il fuoco non è un punto geometrico, bensì acquista una dimen-

sione finita, per quanto piccola e in molte applicazioni trascurabile.

D

q

d

f

Figura 16.12

P

G

h

h

A

B

D

q

Figura 16.13

Principio di Babinet