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636

Diffrazione

16.3 Diffrazione ad un foro circolare e da parte di un disco opaco

Quando l’

apertura

attraverso cui facciamo passare l’onda piana incidente è

cir-

colare

la figura di diffrazione, per ragioni di simmetria, consta di un

disco lumino-

so centrale

circondato da una serie di corone circolari alternativamente scure e chia-

re. Queste frange, osservate in condizioni di Fraunhofer, presentano molte analogie

con quanto visto nel caso dell’apertura rettilinea; lo studio analitico è però più com-

plicato e non lo sviluppiamo.

Si trova in particolare che l’angolo a cui cade il primo minimo di intensità, cor-

rispondente al bordo del disco centrale della figura di diffrazione, è dato da

l

l

sen

q

= 1.22 ––– = 0.61 –––

,

(16.6)

D

R

se

D

e

R

sono rispettivamente il diametro e il raggio del foro circolare. Questa for-

mula va confrontata con la (16.4) che dà, per una fenditura rettilinea larga

a

, sen

q

=

l

/

a

come direzione lungo cui si ha il primo minimo.

Il fattore 1.22 deriva appunto dal calcolo eseguito secondo il principio di Huygens-

Fresnel-Kirchhoff, che integra su tutte le sorgenti secondarie infinitesime anulari in

cui viene suddiviso il foro circolare. Il fattore numerico per il secondo minimo è

2.23, per il terzo 3.24: non si ha una successione regolare come in (16.4).

In molte applicazioni

l

<<

D

e si può scrivere

l l

q

= 1.22 ––– = 0.61 ––– ;

(16.7)

D

R

2

q

è la

larghezza angolare del massimo centrale

.

L’andamento dell’intensità è mostrato in figura 16.11; anche ora si verifica che

oltre l’80% dell’energia trasmessa dall’apertura è concentrata nel disco centrale

luminoso, per cui gli anelli chiari concentrici al massimo centrale non sono ben visi-

bili. Si può dire che il disco centrale, il cui bordo è visto dal centro del foro sotto

l’angolo 2

q

, rappresenta l’immagine del foro stesso.

e la (16.3) si scrive

10

–4

p

x

sen ––––––––

I

l

–––– =

[

–––––––––––––

]

2

.

I

max

10

–4

p

x

––––––––

l

Alle tre lunghezze d’onda

l

V

=0.4 · 10

–3

mm ,

l

G

= 0.55 · 10

–3

mm ,

l

R

= 0.7 · 10

–3

mm ,

il primo minimo si ha per

x

V

= 4.0 mm ,

x

G

= 5.5 mm ,

x

R

= 7.0 mm .

Nella figura 16.9 sono rappresentate le intensità relative per le due lunghezze d’onda

l

V

e

l

R

. Spostandosi dal centro si osserva una colorazione di sottrazione, che va dal rossa-

stro al violaceo, tipica dei fenomeni di interferenza e determinata in ogni punto dalla

mancanza di alcune lunghezze d’onda e dalla presenza più marcata di altre.

I

/

I

max

0.5

2 4 6 8 mm

z

Figura 16.9

Primo minimo di diffrazione

D

f

Figura 16.10

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