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Diffrazione ad una fenditura rettilinea

633

15.5), attraverso la costruzione della poligonale degli

N vettori rotanti

rappresen-

tanti le onde che si sovrappongono. Adesso però bisogna far tendere

N

all’infinito

ovvero

D

y

a zero, per cui la poligonale diventa un arco di circonferenza di raggio

r

con angolo al centro

2

p a

= –––

a

sen

q

,

(16.2)

l

eguale alla differenza di fase tra le onde emesse nei punti estremi

A

e

B

della fendi-

tura. Dalla figura 16.4 risulta

a

E

R

= 2

r

sen ––– .

2

La lunghezza dell’arco di circonferenza è

E

max

=

ra

e corrisponde all’ampiezzamas-

sima che si osserva al centro dello schermo, quando

q

= 0 e tutte le onde emesse dalle

singole strisce sono in fase. In definitiva

sen

a

/ 2

E

R

=

f

(

q

)

E

max

–––––––– ,

a

/ 2

espressione nella quale abbiamo evidenziato il fattore di inclinazione

f

(

q

) in quan-

to tutte le ampiezze emesse ad angolo

q

0 vanno moltiplicate per

f

(

q

).

L’intensità è proporzionale al quadrato dell’ampiezza; ricorriamo a (16.2) e

abbiamo

a

p

a

sen

q

sen –––

sen ––––––––

2

l

I

(

q

) =

I

max

f

2

(

q

)

[

––––––––

]

2

=

I

max

f

2

(

q

)

[

––––––––––––

]

2

.

(16.3)

a

p

a

sen

q

–––

–––––––––

2

l

La funzione

I

(

q

) è mostrata in figura 16.5 per i valori

a

= 10

l

,

a

= 5

l

,

a

=

l

.

L’intensità trasmessa dalla fenditura si annulla nei cosiddetti

minimi di diffra-

zione

, quando

p

a

sen

q

l

–––––––– =

m

p

, sen

q

=

m

–––

m

= 1, 2, 3, … .

(16.4)

l

a

I primi minimi, a destra e a sinistra del massimo centrale, si hanno per sen

q

= ±

l

/

a

e la quantità

2

l

D

(sen

q

) = ––––

a

si chiama

larghezza angolare del massimo centrale di diffrazione

. Si vede che per

a

>>

l

il massimo è molto stretto e l’effetto della diffrazione è quasi trascurabile, ma

che il massimo si allarga se

a

diminuisce tendendo a

l

. Se fosse

a

=

l

il primo ed

unico minimo si formerebbe a

q

= 90° e con

a

<

l

l’intensità non si annullerebbe

mai: cioè con

a

l

tutto lo spazio al di là della fenditura è illuminato.

Nella figura 16.6 è ripreso l’andamento di

I

(

q

) in un caso

a

>

l

, insieme ad una

a

r

r

a

E

max

E

R

Figura 16.4

Intensità

Figura 16.5

I

/

I

max

10° 20°

q

10° 20°

q

10° 20°

q

a

=

l

a

= 5

l

a

= 10

l

I

/

I

max

I

/

I

max