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misuri, nello stesso istante di tempo

t

, le coordinate

x

1

e

x

2

degli estremi della sbar-

retta. Secondo (3.15)

x

'

1

=

g

0

(

x

1

v

0

t

) ,

x

'

2

=

g

0

(

x

2

v

0

t

) ,

L

'

v

2

0

L

' =

x

'

2

x

'

1

=

g

0

(

x

2

x

1

) =

g

0

L

,

L

= ––– = 1 – –––

L

' :

g

0

c

2

la lunghezza

L

misurata da

O

della sbarretta in movimento rispetto ad

O

risulta

minore della lunghezza

L

' misurata da

O

', rispetto a cui la sbarretta è in quiete. La

sbarretta appare contratta lungo la direzione del moto e l’effetto si chiama

contra-

zione delle lunghezze

.

Notiamo che se la sbarretta è in quiete in

O

e in moto rispetto a

O

' abbiamo dalle

(3.17)

x

1

=

g

0

(

x

'

1

+

v

0

t

') ,

x

2

=

g

0

(

x

'

2

+

v

0

t

') ,

L

v

2

0

x

2

x

1

=

g

0

(

x

'

2

x

'

1

) ,

L

' = ––– = 1 – –––

L

:

g

0

c

2

l’effetto è lo stesso,

la misura fatta nel sistema rispetto a cui la sbarretta è in moto

è minore della misura fatta nel sistema in cui la sbarretta è in quiete.

Quest’ultima

misura si chiama

lunghezza propria

della sbarretta.

La contrazione relativistica non si ha se la sbarretta è disposta lungo l’asse

y

o

l’asse

z

, ortogonali alla direzione del moto (dato che

y

=

y

' e

z

=

z

').

Consideriamo adesso un fenomeno che nel sistema

O

' avviene nella posizione

di coordinata

x

' e dura un tempo

D

t

' =

t

'

2

t

'

1

; nel sistema

O

si ha

v

0

v

0

t

1

=

g

0

(

t

'

1

+ –––

x

'

)

,

t

2

=

g

0

(

t

'

2

+ –––

x

'

)

,

c

2

c

2

D

t

'

D

t

=

t

2

t

1

=

g

0

D

t

' = –––––––––– :

v

2

0

1 – –––

c

2

l’intervallo di tempo in

O

, rispetto a cui

O

' si muove, appare più lungo, il fenomeno

per

O

dura di più. Di nuovo l’effetto è lo stesso se il fenomeno avviene in

O

, dove

dura

D

t

, e si calcola cosa misura

O

': si trova

D

t

' =

g

0

D

t

. Nella situazione descritta

il

tempo misurato da un sistema in movimento è sempre maggiore del tempo proprio,

misurato in quiete

. Si parla in questo caso di

dilatazione dei tempi

.

La dilatazione dei tempi segue in modo naturale dalla trasformazione di

Lorentz. Vogliamo far vedere come la si possa ricavare direttamente dal fatto che la

velocità della luce ha lo stesso valore

c

in sistemi inerziali diversi. Il fenomeno che

si considera è l’emissione di un segnale luminoso dall’origine del sistema

O

; tale

segnale si propaga lungo l’asse

y

fino a distanza

d

, qui viene riflesso da uno spec-

chio e torna in

O

: il tempo di andata è

d/c

e il tempo totale per tornare in

O

è 2

d/c

.

Osserviamo il fenomeno dal sistema

O

' in moto con velocità

v

0

; ricordando quanto

calcolato nell’esempio 3.8, si ha la situazione mostrata nella figura 3.20 (suppo-

nendo che nell’istante in cui viene emesso il segnale

O

e

O

' coincidano). La

distanza

d

' misurata in

O

' e la distanza

d

misurata in

O

sono legate dalla relazione

d

=

d

' sen

q

=

d

'

/

g

0

, dove abbiamo usato (in modulo) la relazione ricavata nell’esem-

pio 3.8. La velocità della luce è

c

in entrambi i sistemi e il tempo impiegato dalla

Teoria della relatività. Trasformazioni di Lorentz

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