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u

x

u

y

u

z

d

u

y

–––– = –

w

z

u

x

+

w

x

u

z

=

w

x

w

y

w

z

=

w

×

u

y

,

dt

0

1

0

u

x

u

y

u

z

d

u

z

–––– =

w

y

u

x

w

x

u

y

=

w

x

w

y

w

z

=

w

×

u

z

.

dt

0

0

1

Vediamo così che esiste un vettore

w

tramite il quale si possono scrivere tutte e tre le

derivate. La dimostrazione è valida per qualsiasi terna cartesiana trirettangola e quindi in

particolare per il sistema

O

'.

Nota sui sistemi di riferimento in coordinate polari

Nella descrizione del moto piano in coordinate polari il punto

P

è individuato dalla

distanza

r

dal polo

O

e dall’angolo

q

formato da

r

con un asse di riferimento. Chiamiamo

fisso il sistema

x

,

y

e mobile il sistema definito dai versori

u

r

e

u

q

, che rispetto al sistema

fisso ruota con velocità angolare

w

=

d

q

/

dt

. Una caratteristica di questo sistema mobile è che

il punto

P

si trova sempre sull’asse

x

', per cui il moto relativo è rettilineo con

dr

d

2

r

v

' = –––

u

r

,

a

' = –––

u

r

.

dt

dt

2

Confrontando le espressioni in notazione polare per la velocità (1.19) e l’accelerazione

(1.23), introdotte nel primo capitolo, e le relazioni (3.4) e (3.7), ci accorgiamo che sono iden-

tiche. Infatti

dr d

q

v

= –––

u

r

+

r

–––

u

q

=

v

' +

w

×

r

dt

dt

d

2

r d

q

2

d

2

q

d

q

dr

a

= ––––

u

r

r

(

–––

)

u

r

+

r

––––

u

q

+ 2 ––– –––

u

q

=

dt

2

dt

dt

2

dt dt

d

w

=

a

' +

w

×

(

w

×

r

) + ––––

×

r

+ 2

w

×

v

' .

dt

In effetti il moto piano in coordinate polari è riferito ad un particolare sistema mobile e

quindi, per essere riferito al sistema fisso

x

,

y

, deve obbedire ai teoremi del moto relativo.

3.8 Teoria della relatività. Trasformazioni di Lorentz

La proprietà più notevole che abbiamo trovato studiando il moto relativo è la

relatività galileiana, che ora riformuliamo così: le leggi della meccanica sono inva-

rianti rispetto alle trasformazioni tipo (3.11), che legano le coordinate di due siste-

mi di riferimento in moto rettilineo uniforme l’uno rispetto all’altro. Un fenomeno

osservato e spiegato in un sistema ha la stessa spiegazione dinamica nell’altro: la

cinematica è diversa perché diverse sono le condizioni iniziali, ma la legge fisica è

la stessa, nella sostanza e nella struttura. Da ciò segue tra l’altro che con esperimen-

ti di meccanica compiuti in sistemi inerziali non è possibile mettere in evidenza se

il sistema di riferimento è in moto o è in quiete, fatto rilevato già da Galileo.

Teoria della relatività. Trasformazioni di Lorentz

109

y

'

y

q

P

x

x

'

u

r

u

q

Figura 3.18