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104

Moti relativi

A conclusione della serie di esempi di questo paragrafo e dei precedenti, voglia-

mo brevemente riprendere l’argomento delle forze d’inerzia. Da una parte dobbia-

mo ripetere che esse non hanno esistenza reale in quanto non derivano dalle intera-

zioni fondamentali e non compaiono nella descrizione del moto effettuata in un

sistema di riferimento inerziale. Per altro in un sistema non inerziale esse rappre-

sentano effetti genuini e sono necessarie per spiegare le osservazioni sperimentali.

Ad esempio, in un sistema rotante è corretto attribuire alla forza centrifuga la ten-

denza allo spostamento radiale verso l’esterno e alla forza di Coriolis l’incurva-

mento della traiettoria osservata, in un veicolo che accelera o rallenta lo sposta-

mento all’indietro o in avanti è reale e si spiega solo con la forza –

m

a

t

. La cosa

importante è avere ben chiara l’origine di tali forze apparenti, utilizzarle corretta-

mente dove appropriato e non estendere la loro esistenza ai sistemi inerziali.

3.6 Il moto rispetto alla terra

Nei paragrafi precedenti abbiamo introdotto la nozione di sistema inerziale

senza però darne un esempio: lo facciamo adesso, dicendo che un sistema di riferi-

mento con l’origine nel centro di massa del sistema solare e gli assi diretti verso

determinate

stelle fisse

è con ottima approssimazione un sistema inerziale, come lo

sono tutti gli altri sistemi in moto rettilineo uniforme rispetto ad esso. La verifica è

data dal fatto che, entro gli errori sperimentali, in tali sistemi vale la legge di

Newton (2.1) con tutte le sue conseguenze; in particolare risultano accuratissime le

previsioni sul moto dei vari corpi celesti e dei satelliti artificiali.

Di norma le misure vengono fatte in un riferimento terrestre: ora, qualsiasi rife-

rimento solidale alla terra, per esempio con un asse diretto come l’asse terrestre e

gli altri due nel piano dell’equatore, ruota insieme alla terra e non è inerziale; anche

un sistema con origine nel centro della terra e assi sempre paralleli a quelli dei siste-

mi inerziali di cui sopra non è inerziale in quanto si muove di moto traslatorio acce-

lerato (la traiettoria dell’origine è curvilinea). Quindi nelle misure terrestri com-

y

'

y

y

'

y

'

y

'

y

y

y

y

y

'

x

'

x

x

x

x

traiettoria

vista da

O

traiettoria

vista da

O

'

x

'

x

'

x

'

P

P

P

P

*

P

*

P

*

x

x'

P

*

P

t

= 0

t

=

T

/12

t

=

T

/6

t

=

T

/4

Figura 3.11

Esempio 3.7

Un cilindro cavo, di raggio

R

= 2 m, ruota rispetto al proprio asse verticale con velocità

angolare

w

. Un corpo poggiato contro la parete interna del cilindro ruota insieme ad

esso, ma non cade. Se il coefficiente di attrito statico tra corpo e parete del cilindro è

m

s

= 0.7, calcolare il valore minimo che deve avere

w

.

Soluzione

Risolviamo prima il problema in un sistema inerziale fisso al suolo (si veda l’esempio

2.10). La reazione

N

della parete, dovuta al fatto che il corpo tendendo a proseguire in

linea retta preme sulla parete, è la forza centripeta che permette la rotazione del corpo,

N

=

m

w

2

R

. Dato che il corpo non cade deve essere

mg

m

s

N

=

m

s

m

w

2

R

g

w

2

–––– ,

w

2.6 rad/s.

m

s

R

Nel sistema rotante solidale al cilindro il corpo è in equilibrio statico, sia orizzontale che

verticale. Orizzontalmente esso è sottoposto alla reazione

N

e alla forza centrifuga

m

w

2

R

, che devono essere eguali in modulo (e sono opposte in verso); verticalmente la

condizione è quella già scritta nel sistema inerziale (non c’è accelerazione di trascina-

mento verticale). Si trova ovviamente lo stesso risultato, ma bisogna introdurre la forza

centrifuga, che non esiste nel sistema inerziale.