

Capitolo 17
Dalla pedagogia alle scienze dell’educazione e oltre
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Ciò che
va modulato non
è
il contenuto ma il linguaggio attraverso cui
esso
è
presentato
. L’insegnante deve essere in grado di presentare lo stesso argomento,
ricorrendo a più forme linguistiche, cioè al linguaggio scientifico, al linguaggio mi-
tologico, a quello simbolico e a quello metaforico. La scelta linguistica dipende dalla
tipologia di platea con cui interagisce e dalla prontezza con cui i suoi interlocutori
sono in grado di comprendere. L’insegnante deve selezionare la forma linguistica più
adeguata ai suoi alunni, tenendo conto che
nello sviluppo evolutivo si susseguono e
coesistono tre modalità di lettura del mondo
che Bruner chiama
forma esecutiva,
forma iconica e forma simbolica
.
17.2
La pedagogia del secondo dopoguerra
17.2.1
Dalla pedagogia alle scienze dell’educazione
Nella
seconda metà del Novecento
la
pedagogia
, che è diventata
scienza autonoma
,
vive un profondo mutamento che determina lo sviluppo delle
scienze dell’educazio-
ne
, un insieme di saperi specializzati nello studio della complessità dei processi edu-
cativi, che hanno origine anche da settori disciplinari diversi dalla pedagogia stessa.
Il
passaggio dal primato della filosofia al primato delle scienze
determina l’evolu-
zione del
sapere pedagogico da unitario e chiuso in plurale e aperto
.
Passaggio peraltro determinato anche dai cambiamenti storico-sociali del XX secolo,
che richiedono alla pedagogia di diventare più problematica, complessa, aperta a tutti i
contributi trasversali allo studio dei processi educativi.
Il sapere pedagogico non scompare, semplicemente cambia forma, e la pedagogia tra
le scienze dell’educazione sposta il suo
focus
sulla
riflessione epistemologica, storica,
sociale
intorno ai
problemi dell’educazione
.
Il sapere pedagogico si caratterizza come quell’approccio più generale che si im-
pegna nella progettazione e nella riflessione assiologica (che riguarda la scelta dei
valori-guida) ed epistemologica.
Si sviluppa, dunque, il sistema delle scienze dell’educazione, discipline costitutive
e ausiliarie del sapere pedagogico (psicologia dell’educazione, filosofia dell’educa-
zione, psicologia evolutiva, sociologia della scuola, docimologia ecc.), ben descritto
dalla definizione di Franco Cambi: “
Quanto alle scienze che vengono a comporre il venta-
glio delle scienze dell’educazione o l’enciclopedia pedagogica (come è stata detta), rientrano in
esse tutti quei saperi specializzati e autonomamente costituiti di cui è necessario tener conto per
affrontare la complessità dei fenomeni educativi che riguardano i soggetti agenti in una società,
immersi in una tradizione, che crescono e si sviluppano, che devono apprendere tecniche, che si
collocano in situazioni formative, le quali hanno una storia, ecc.; fenomeni che quindi devono
essere letti attraverso molteplici discipline che vanno dal «settore psicologico» a quello «sociolo-
gico» a quello «metodologico-didattico», a quello «dei contenuti» (disciplinari, legati ai saperi
da apprendere) come indica ancora Visalberghi; e ogni settore è animato da una molteplicità di
saperi specializzati (in psicologia, ad esempio, si va dalla psicologia generale a quella sociale, a
quella evolutiva e dell’apprendimento, alla psicologia differenziale alla psicometria”
[Franco
Cambi,
Le pedagogie del Novecento
, Editori Laterza, 2006].