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Capitolo 17

Dalla pedagogia alle scienze dell’educazione e oltre

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www.

edises

.it

definito

” e “

effetti con ridotta determinabilità

”. Esso è stato recuperato dalle scienze

umane per spiegare il mondo sociale contemporaneo e per dare una nuova lettura

della questione educativa.

L’esponente del paradigma della complessità applicato alla pedagogia è il filosofo e

sociologo francese

Edgar Morin

,

secondo il quale

la nostra

società

è caratterizzata

da

incertezza

e

imprevedibilità

.

Morin sostiene che i

fatti umani

si dividono tra

probabili

ed

improbabili

, anche se la

probabilità di un evento non ne garantisce la realizzazione

. Se pensiamo alla Storia,

non era probabile che Hitler prendesse il potere in Germania, eppure ciò è avvenuto,

è avvenuto cioè ciò che era improbabile.

Egli, inoltre, sostiene che l’

universo umano

è

contraddittorio

. Per comprendere

quest’affermazione, facciamo un chiarimento su cosa è il

principio di non contrad-

dizione

e su cosa è

il

principio del terzo escluso

, su cui si reggono logica e scienza

classica.

Secondo il

principio di non contraddizione

, non è possibile allo stesso tempo am-

mettere “A” e ammettere “non A”, in cui A è un enunciato generico. Se “A = piove”

allora “non A = non piove”. Secondo il principio di non contraddizione, se ammet-

tiamo che “A” sia vera, non è possibile ammettere che sia vera la sua proposizione

contraddittoria, cioè “non A”. Se “piove” non può essere vero allo stesso tempo che

“non piove”. In pratica

non è possibile

che

due proposizioni contraddittorie

siano

vere allo stesso tempo

.

Il

principio del terzo escluso

è un prolungamento del principio di non contraddi-

zione, in quanto chiarisce che

due proposizioni contraddittorie non possono essere

nemmeno false allo stesso tempo

. Insomma se “A” è vera, “non A” è falsa (principio

di non contraddizione); se “A” è falsa, “non A” è vera”,

tertium non datur

(principio del

terzo escluso).

Per secoli, la logica classica ed i principi di non contraddizione e del terzo escluso

sono stati applicati anche all’interpretazione del mondo psichico e sociale. Se “sono

triste” non è possibile che allo stesso tempo “non sono triste”. È questo il grosso erro-

re compiuto dall’uomo secondo Morin.

La logica classica serve a spiegare una parte del mondo inanimato (oggetto di studio

della fisica terrestre), che si distingue per la sua semplicità, non il mondo dell’uomo,

che si distingue per la sua complessità.

Il mondo dell’

uomo

è fatto di eventi in cui coesistono l’

aspetto biologico (specie),

quello

psichico (individuo)

e quello

sociale (cultura)

.

In questo mondo,

il contraddit-

torio di una verità profonda è un’altra verità profonda

.

Ma entriamo nei dettagli e presentiamo il pensiero di Morin, partendo dalle sue

riflessioni generali per arrivare alla questione dell’educazione. Secondo il filosofo

francese, la nuova scienza umana deve partire dai seguenti assunti:

>

la

verità umana

comporta l’

errore

;

>

l’

ordine umano

comporta il

disordine

;

>

la

risposta giusta

non può che essere

complessa

e

contraddittoria

.

Il

limite storico

della

cultura occidentale

consiste nel fatto che gli eventi sono sem-

pre stati parcellizzati e separati, adoperando i principi di non contraddizione e del

terzo escluso. Si pensi in proposito alla tendenza della psicologia a

separare “sani-