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Capitolo 17

Dalla pedagogia alle scienze dell’educazione e oltre

439

www.

edises

.it

può avvantaggiarsi la società tutta. Il

gruppo-classe

rappresenta un

microcosmo

che riproduce

in piccolo

le

dinamiche sociali

che gli studenti un giorno ritrove-

ranno nel lavoro e nella società in generale, per questo è importante promuovere

da un lato lo

spirito di solidarietà

, la

collaborazione

e il

rispetto

verso gli altri,

dall’altro le

regole del buon vivere democratico

.

17.1.2

Il pragmatismo di Kilpatrick

Il pensiero di Dewey è alla base degli studi e dei modelli elaborati da alcuni dei

suoi allievi e collaboratori, tra cui William Heard

Kilpatrick

. Egli, partendo

dall’idea deweyana dell’educazione come elemento cruciale per lo sviluppo

sociale, prova a tradurre i principi pedagogici del maestro nella messa a punto

del “metodo dei progetti”, sperimentato nella scuola che egli stesso fonda a

Chicago nella prima metà del Novecento, e che si basa su un’organizzazione

innovativa sia del tempo scuola che delle attività. Al curricolo tradizionale si

sostituisce un percorso fatto di

progetti

, che possono essere di vario tipo, ad

esempio, progetti

di produzione

− ossia volti a ideare e costruire cose − o di

consumo − cioè finalizzati ad attuare modalità specifiche di fruizione dell’e-

sperienza. A prescindere dalle caratteristiche e finalità specifiche che ciascu-

no di essi ha, i progetti sono uno

strumento

che favorisce la

crescita pragma-

tico-cognitiva

dell’

allievo

. Questi, infatti, diventa il centro e il protagonista

del proprio percorso formativo e gestisce tutte le fasi dell’azione progettuale,

dall’

ideazione

, in cui è chiamato a scegliere anche l’obiettivo del proprio ap-

prendimento, alla

valutazione

, in cui compie un’analisi critica dei processi e

dei risultati, passando per le fasi intermedie di

attuazione

delle strategie e

dell’

esecuzione

vera e propria. Il modello di scuola che egli propone è, dun-

que, non solo

attiva

, ma anche

pragmatica

.

17.1.3

Jerome S. Bruner

Un altro importante contributo statunitense alla ricerca pedagogica e didattica

è quello di

Jerome S. Bruner

(1915). Professore ordinario all’Università di Har-

vard, è uno dei maggiori esponenti del

Cognitivismo

e si è occupato di ricerche

psicologiche nel campo della percezione e della cognizione, nonché di pedago-

gia.

Nella sua ricerca psico-pedagogica hanno rivestito un ruolo di notevole impor-

tanza i risultati ottenuti dalla

Psicologia della Gestalt

.

Secondo la Psicologia della Gestalt la

percezione visiva

è un

processo di organizza-

zione

e

selezione dei dati

provenienti

dall’esterno

che

genera forme

. Un’immagine

rappresenta un insieme di dati visivi organizzati, in modo da permettere di distin-

guere una figura e uno sfondo. Il

processo di organizzazione dei dati percettivi

è

strettamente connesso alle

abitudini percettive

dei soggetti presi in considerazione,

ossia all’ambiente in cui vivono.

Gli uomini occidentali, ad

esempio

, abituati a vivere in un mondo ricco di figure

geometriche, tendono a unire punti disgiunti vedendo in essi figure geometriche.

Ecco perché tre punti fanno immaginare un triangolo, mentre quattro punti fan-