

Capitolo 17
Dalla pedagogia alle scienze dell’educazione e oltre
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può avvantaggiarsi la società tutta. Il
gruppo-classe
rappresenta un
microcosmo
che riproduce
in piccolo
le
dinamiche sociali
che gli studenti un giorno ritrove-
ranno nel lavoro e nella società in generale, per questo è importante promuovere
da un lato lo
spirito di solidarietà
, la
collaborazione
e il
rispetto
verso gli altri,
dall’altro le
regole del buon vivere democratico
.
17.1.2
Il pragmatismo di Kilpatrick
Il pensiero di Dewey è alla base degli studi e dei modelli elaborati da alcuni dei
suoi allievi e collaboratori, tra cui William Heard
Kilpatrick
. Egli, partendo
dall’idea deweyana dell’educazione come elemento cruciale per lo sviluppo
sociale, prova a tradurre i principi pedagogici del maestro nella messa a punto
del “metodo dei progetti”, sperimentato nella scuola che egli stesso fonda a
Chicago nella prima metà del Novecento, e che si basa su un’organizzazione
innovativa sia del tempo scuola che delle attività. Al curricolo tradizionale si
sostituisce un percorso fatto di
progetti
, che possono essere di vario tipo, ad
esempio, progetti
di produzione
− ossia volti a ideare e costruire cose − o di
consumo − cioè finalizzati ad attuare modalità specifiche di fruizione dell’e-
sperienza. A prescindere dalle caratteristiche e finalità specifiche che ciascu-
no di essi ha, i progetti sono uno
strumento
che favorisce la
crescita pragma-
tico-cognitiva
dell’
allievo
. Questi, infatti, diventa il centro e il protagonista
del proprio percorso formativo e gestisce tutte le fasi dell’azione progettuale,
dall’
ideazione
, in cui è chiamato a scegliere anche l’obiettivo del proprio ap-
prendimento, alla
valutazione
, in cui compie un’analisi critica dei processi e
dei risultati, passando per le fasi intermedie di
attuazione
delle strategie e
dell’
esecuzione
vera e propria. Il modello di scuola che egli propone è, dun-
que, non solo
attiva
, ma anche
pragmatica
.
17.1.3
Jerome S. Bruner
Un altro importante contributo statunitense alla ricerca pedagogica e didattica
è quello di
Jerome S. Bruner
(1915). Professore ordinario all’Università di Har-
vard, è uno dei maggiori esponenti del
Cognitivismo
e si è occupato di ricerche
psicologiche nel campo della percezione e della cognizione, nonché di pedago-
gia.
Nella sua ricerca psico-pedagogica hanno rivestito un ruolo di notevole impor-
tanza i risultati ottenuti dalla
Psicologia della Gestalt
.
Secondo la Psicologia della Gestalt la
percezione visiva
è un
processo di organizza-
zione
e
selezione dei dati
provenienti
dall’esterno
che
genera forme
. Un’immagine
rappresenta un insieme di dati visivi organizzati, in modo da permettere di distin-
guere una figura e uno sfondo. Il
processo di organizzazione dei dati percettivi
è
strettamente connesso alle
abitudini percettive
dei soggetti presi in considerazione,
ossia all’ambiente in cui vivono.
Gli uomini occidentali, ad
esempio
, abituati a vivere in un mondo ricco di figure
geometriche, tendono a unire punti disgiunti vedendo in essi figure geometriche.
Ecco perché tre punti fanno immaginare un triangolo, mentre quattro punti fan-