

Capitolo
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Apprendimento: modelli teorici a confronto
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perché vengono a modificarsi le pre-cognizioni che ogni alunno
possiede. Tra le intelligenze individuate da Gardner, quella inter-
personale si manifesta attraverso la capacità di stare con gli altri,
intessendo relazioni positive e alimentando proprio il processo di
empatia, poiché mette in condizione di interpretare le emozioni,
le motivazioni e gli stati d’animo altrui.
1.4.1
I contributi delle scienze dell’educazione
Il contesto ambientale, veicolando continuamente nuovi appren-
dimenti e paradigmi di riferimento, rende necessario il possesso
di strumenti cognitivi e linguaggi che mettano in condizione di
interagire con esso, intessendo un dialogo produttivo e rapporti
di interazione e reciprocità verso l’altro da sé. Si tratta di un rap-
porto di arricchimento continuo in cui vengono potenziate nuove
capacità cognitive e comunicative.
In base a questa premessa, nel rapporto di incessante scambio e
interazione col mondo esterno, l’apprendimento stesso non può
seguire un percorso lineare e piatto, soprattutto quando al cen-
tro del processo formativo c’è il bambino (futuro adulto), il cui
apprendimento avviene principalmente sull’osservazione di fatti
e fenomeni.
L’adattamento a nuove situazioni richiede sempre intelligenze e
competenze che configurano non solo il bambino-apprendente,
ma anche l’insegnante il quale, nella ricerca delle migliori prati-
che (
best pratictices
) e strategie per il successo formativo, non può
prescindere dalla conoscenza dei contribuiti delle scienze dell’e-
ducazione e dei modelli formativi più significativi nell’organizza-
re e realizzare la relazione didattica.
Vediamo, dunque, come funziona il pensiero del bambino e quali
strutture mentali connotano i potenziali di sviluppo dell’attività
cognitiva.
1.5
Il modello della psicologia genetica
La psicologia genetica si è venuta gradualmente a costituire come
sistema di conoscenze orientato verso lo studio dello “sviluppo
mentale” del bambino.
L’oggetto di studio di questo settore della psicologia, pertanto,
non è il “bambino” nelle sue manifestazioni psicologiche e com-