

Capitolo
1
Apprendimento: modelli teorici a confronto
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que livelli di plasticità funzionale relativi a modificazioni dell’atti-
vità sinaptica e a variazioni dei trasmettitori chimici.
Ad una invariabilità di schema di collegamenti neuronici secondo
interconnessioni rigide, si sovrappone un’attività di collegamento
neuronica che utilizza circuiti di conduzione e sistemi di regolazio-
ne variabili e che determina livelli di plasticità funzionali.
Marvin Minsky afferma che “
il cervello usa processi che modificano se
stessi
”
2
.
Le sollecitazioni provenienti dall’ambiente esterno, veicolate se-
condo itinerari obbligati sul piano strutturale, ma assunte secon-
do livelli di ricezione variabili, determinano nei soggetti risposte
diverse, individuali, correlate cioè al patrimonio di memorie ge-
netiche, relative all’evoluzione biologica, e di memorie acquisite,
relative all’esperienza vissuta.
La plasticità funzionale del cervello umano, così intesa, in relazio-
ne con i fattori che la determinano, consente all’uomo di adattarsi
alle mutevoli condizioni ambientali.
L’uomo, cioè, dà all’ambiente le risposte più opportune, metten-
do in atto comportamenti che, nel ristabilire nuovi equilibri tra
soggetto e suo
habitat
, contribuiscono a modificare quest’ultimo.
Se è vero che l’uomo agisce sull’ambiente tendendo a modificar-
ne l’aspetto in maniera a lui più favorevole, è altrettanto vero che
nel corso di quest’impegno riceve una pluralità di stimolazioni
dall’ambiente stesso che vanno a determinare risposte organizza-
tive e cognitive sempre più complesse, ovvero processi mentali più
evoluti e meglio articolati.
È proprio in relazione alla plasticità funzionale del cervello che i
processi di apprendimento acquisiscono nuove connotazioni.
Una connotazione biologica si profila essenziale quale condizione
di base per ogni rapporto cognitivo.
Una connotazione culturale va delineandosi quale via privilegiata
per lo sviluppo del pensiero che, da sistemi culturalmente organiz-
zati, trae contenuti di elaborazione di nuove idee.
Lo studio dei processi di apprendimento, pertanto, non può pre-
scindere da una pur sommaria conoscenza dei più elementari
aspetti della struttura cerebrale e dei suoi livelli di funzionalità tra-
smissiva delle informazioni.
2
M. Minsky in G. Petracchi,
Neuroscienze, psicologia, educazione
, Atti del Conve-
gno,
La mente del bambino
, Sorrento 1996.