Previous Page  31 / 36 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 31 / 36 Next Page
Page Background

Capitolo

1

 Apprendimento: modelli teorici a confronto 

19

In relazione alla prima ipotesi-guida, relativa a una continuità tra

adattamento riflesso, abitudinario e intelligente, Piaget sostiene

che il comportamento dei soggetti, sia appartenenti al mondo ani-

male che a quello umano, segue itinerari evolutivi secondo linee

di gradualità che vedono ai primi livelli l’esercizio di automatismi

di base.

Tali automatismi corrispondono a comportamenti rigidi, nei quali

prevalgono meccanismi neuromuscolari e istintuali.

Esempio di rigidità e di irreversibilità del comportamento è dato

dal ragno che tesse la sua tela per catturare gli insetti: ove si mo-

dificassero le condizioni ambientali o la tela andasse a lacerarsi

in qualche punto, l’animale continuerebbe nel suo lavoro a senso

unico, senza essere capace di modificare la sua condotta.

Più plastica appare invece la condotta di gatti e cani, nei quali il

formarsi di sempre nuove connessioni tra percezione e movimen-

to determina costanti capacità adattive all’ambiente, generando

apprendimenti.

Gli studi di Thorndike con cani e gatti, infatti, rivelano che questi

animali, mediante un comportamento per prove e errori, conqui-

stano strategie risolutive di problemi che consentono loro di rag-

giungere l’obiettivo desiderato: imparano, ad esempio, mediante

una serie di tentativi ed errori, ad abbassare una leva che consente

l’elargizione di cibo.

Gradualmente essi intensificano le risposte positive e riducono gli

errori: il comportamento diventa sempre più sicuro e univoco, e,

con la ripetitività delle condotte, raggiunge livelli di addestramen-

to generando anche forme di ammaestramento.

Un comportamento adattivo più evoluto, tale da consentire ri-

sposte più immediate e meglio adeguate ai problemi ambientali è

quello degli animali più vicini a noi nella scala evolutiva.

Gli studi di Kohler sugli scimpanzé evidenziano che questi animali

adottano, nelle loro condotte, strategie intelligenti, che rivelano

l’esistenza di un’attività rappresentativa: lo scimpanzé, per rag-

giungere una banana collocata all’esterno della gabbia, è capace

di infilare l’uno nell’altro due bastoni e attirare a sé il frutto.

Questo comportamento implica l’utilizzo di schemi mentali che

vengono coordinati nell’intuizione dei rapporti mezzo-fine.

Gli esempi finora citati, tratti dalla psicologia animale che consen-

te livelli sperimentali di maggiore attendibilità scientifica rispetto

alla psicologia umana, evidenziano diversi livelli di adattamento