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Capitolo 2

Le forme della comunicazione interpersonale

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www.

edises

.it

2.5

Le modalità della comunicazione non verbale

Come messo in evidenza da Paul Watzlawick, la comunicazione non verbale

comprende un vasto numero di canali comunicativi e di fattori che non rien-

trano nelle altre due modalità (verbale e paraverbale). Si tratta di una moda-

lità di comunicazione operativa che risulta valida anche quando non si parla,

quindi non necessariamente legata al dialogo e all’utilizzo dei codici linguistici.

Analizzeremo adesso le varie e fondamentali dimensioni che caratterizzano la

comunicazione non verbale, al fine di rendere conto di quali siano i modi per in-

traprendere un processo comunicativo mirando in prima battuta alla sua buona

riuscita.

2.5.1

La mimica facciale e lo sguardo

La

mimica facciale

rappresenta una delle principali forme di comunicazio-

ne non verbale. Essa accompagna in modo costante la comunicazione verba-

le dell’emittente e risulta attiva anche nel destinatario quando questi si trova

nell’atto di ascoltare il proprio interlocutore. In entrambi i casi, la mimica fac-

ciale esprime in modo diretto e sincero lo stato emotivo di chi sta interloquendo.

Sappiamo che il testo scritto non permette di comunicare direttamente gli sta-

ti emotivi, per tale ragione una comunicazione che sia esclusivamente scritta,

come quella che avviene mediante i moderni mezzi informatici come i forum,

le chat, le e-mail e i blog, non riesce a trasmettere l’emozione con la quale viene

digitato un messaggio. Questo può spesso essere fonte di fraintendimenti. A

tale proposito, vengono utilizzate le cosiddette

emoticon

(anche dette “faccine”)

che possono essere inserite all’interno dei messaggi testuali di tipo digitale per

indicare lo stato d’animo con il quale essi vengono formulati.

Un aspetto particolare della comunicazione non verbale è senza dubbio il

sor-

riso

, del quale esistono naturalmente diversi tipi e modalità di occorrenza.

L’elemento principale che caratterizza il sorriso è la forma delle labbra, le cui

estremità sono rivolte verso l’alto, a disegnare tipicamente una U. In genere il

sorriso esprime felicità, approvazione e simpatia. Tuttavia, non tutti i sorrisi

hanno lo stesso significato: alcuni sono di circostanza e altri hanno un tono

di amarezza. Il sorriso di circostanza (o, come viene anche chiamato,

sorriso

simulato

) si distingue da quello autentico perché la parte superiore del viso

resta inerte; questo tipo di sorriso si spegne rapidamente. Il sorriso infelice è

invece caratterizzato da una mimica della parte superiore del volto che veicola

uno stato di tristezza e che si contrappone evidentemente alla mimica sorri-

dente delle labbra.

Anche lo

sguardo

comunica in modo manifesto lo stato d’animo di una perso-

na. Per esempio, un individuo che fugge con i propri occhi lo sguardo dell’inter-

locutore esprime la volontà di interrompere la comunicazione, di disimpegnarsi

o di allontanarsi dalla situazione attuale (per timidezza, scarsa attenzione o

indifferenza). In altri casi, lo sguardo è rivolto con intermittenza verso l’altro e