Previous Page  25 / 38 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 25 / 38 Next Page
Page Background

Capitolo 2

Le forme della comunicazione interpersonale

29

www.

edises

.it

4. L’ultima zona individuata da Hall è la cosiddetta

zona pubblica

, che si svi-

luppa a partire dalla fine della zona sociale, a tre metri e mezzo dal soggetto,

per non avere poi una conclusione spaziale ben definita. In questa zona si in-

trattengono quei rapporti tra sconosciuti, regolati da un alto grado di forma-

lità, in cui la comunicazione non è generalmente spontanea ma è piuttosto

artefatta e preconfezionata: si pensi per esempio a un politico che, nella sua

zona pubblica, tiene un comizio preparato in precedenza.

È indubbio che la distanza che intercorre tra due interlocutori sia indicativa del

rapporto emotivo che si vuole stabilire. In altre parole, la prossemica rivela la

personalità degli individui. Ad esempio, se uno dei due soggetti si avvicina all’al-

tro raggiungendo una distanza personale, allora si può sostenere che egli voglia

instaurare un rapporto di maggiore confidenza con il proprio interlocutore, se-

gnale che può essere accolto da questi in modo positivo o negativo. Allo stesso

modo, mantenere una distanza sociale può indicare la voglia di conservare un

rapporto formale con il proprio interlocutore.

Si parla di

competenza prossemica

quando si è in grado di variare in modo

adeguato la distanza che ci separa dagli altri in relazione alla specifica situazio-

ne comunicativa.

2.4

Le modalità della comunicazione paraverbale

Alla base di tale livello comunicativo, come già anticipato, vi è la voce con le sue

differenti modulazioni. Vedremo adesso nello specifico attraverso quali moda-

lità di occorrenza si concretizza tale livello, i cui elementi caratterizzanti sono

essenzialmente tre:

>

il

volume della voce

, che è legato all’intensità con la quale le onde sonore

vengono emesse dalla fonte. Si può avere un volume (o intensità) forte oppure

piano, con tutti i livelli intermedi. In altre parole, si può proferire la stessa fra-

se urlando, parlando ad alta voce, parlando con un volume più basso oppure

quasi bisbigliando;

>

il

tono della voce

, che mostra il senso che vogliamo dare alla comunicazione.

Possiamo utilizzare un tono pacato, ironico, sarcastico, apatico, interessato,

arrogante e così a seguire;

>

il

ritmo della voce

, che è relativo alla velocità con cui si parla e alle pause

effettuate durante la comunicazione verbale.

È chiaro che questi tre aspetti esprimono molto da un punto di vista emotivo e

molto meno da un punto di vista contenutistico. Per tale motivo, un soggetto può

utilizzare la comunicazione paraverbale per entrare in sintonia empatica con il

proprio interlocutore. Prestando attenzione alla comunicazione paraverbale di

chi ci sta di fronte, possiamo farci un’idea concreta del suo stato d’animo, delle

emozioni cui è soggetto e regolare le nostre in modo da stabilire un dialogo che