

Capitolo 2
Le forme della comunicazione interpersonale
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4. L’ultima zona individuata da Hall è la cosiddetta
zona pubblica
, che si svi-
luppa a partire dalla fine della zona sociale, a tre metri e mezzo dal soggetto,
per non avere poi una conclusione spaziale ben definita. In questa zona si in-
trattengono quei rapporti tra sconosciuti, regolati da un alto grado di forma-
lità, in cui la comunicazione non è generalmente spontanea ma è piuttosto
artefatta e preconfezionata: si pensi per esempio a un politico che, nella sua
zona pubblica, tiene un comizio preparato in precedenza.
È indubbio che la distanza che intercorre tra due interlocutori sia indicativa del
rapporto emotivo che si vuole stabilire. In altre parole, la prossemica rivela la
personalità degli individui. Ad esempio, se uno dei due soggetti si avvicina all’al-
tro raggiungendo una distanza personale, allora si può sostenere che egli voglia
instaurare un rapporto di maggiore confidenza con il proprio interlocutore, se-
gnale che può essere accolto da questi in modo positivo o negativo. Allo stesso
modo, mantenere una distanza sociale può indicare la voglia di conservare un
rapporto formale con il proprio interlocutore.
Si parla di
competenza prossemica
quando si è in grado di variare in modo
adeguato la distanza che ci separa dagli altri in relazione alla specifica situazio-
ne comunicativa.
2.4
Le modalità della comunicazione paraverbale
Alla base di tale livello comunicativo, come già anticipato, vi è la voce con le sue
differenti modulazioni. Vedremo adesso nello specifico attraverso quali moda-
lità di occorrenza si concretizza tale livello, i cui elementi caratterizzanti sono
essenzialmente tre:
>
il
volume della voce
, che è legato all’intensità con la quale le onde sonore
vengono emesse dalla fonte. Si può avere un volume (o intensità) forte oppure
piano, con tutti i livelli intermedi. In altre parole, si può proferire la stessa fra-
se urlando, parlando ad alta voce, parlando con un volume più basso oppure
quasi bisbigliando;
>
il
tono della voce
, che mostra il senso che vogliamo dare alla comunicazione.
Possiamo utilizzare un tono pacato, ironico, sarcastico, apatico, interessato,
arrogante e così a seguire;
>
il
ritmo della voce
, che è relativo alla velocità con cui si parla e alle pause
effettuate durante la comunicazione verbale.
È chiaro che questi tre aspetti esprimono molto da un punto di vista emotivo e
molto meno da un punto di vista contenutistico. Per tale motivo, un soggetto può
utilizzare la comunicazione paraverbale per entrare in sintonia empatica con il
proprio interlocutore. Prestando attenzione alla comunicazione paraverbale di
chi ci sta di fronte, possiamo farci un’idea concreta del suo stato d’animo, delle
emozioni cui è soggetto e regolare le nostre in modo da stabilire un dialogo che