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Parte Prima

La comunicazione e i suoi linguaggi

www.

edises

.it

che dirigono l’operato di emittente e destinatario su questo livello di comuni-

cazione, sulla scia di quanto già sostenuto da Watzlawick, sono quelle della

sintassi

(ossia le modalità di costruzione delle frasi), della

semantica

(ossia

le modalità di attribuzione di significato) e della

pragmatica

(ossia le moda-

lità della congruenza della comunicazione verbale al contesto di elezione).

Seguendo ancora quanto già appreso dal lavoro di Watzlawick, è su questo

livello di comunicazione che si situa l’aspetto contenutistico.

>

Livello di comunicazione paraverbale

: di supporto al livello verbale, riguar-

da le modalità di trasmissione che non utilizzano la lingua con cui il mes-

saggio vocale viene veicolato dall’emittente e con cui il destinatario espone

successivamente il suo feedback di risposta. Si tratta dunque di un livello di

comunicazione specificamente analogica, che comprende elementi quali l’in-

tonazione e il volume della voce, le pause, le interruzioni per prendere respiro

durante il dialogo, la velocità con cui si parla, ecc. In questo livello di comuni-

cazione si situa l’aspetto relazionale (emozioni e sentimenti compresi).

>

Livello di comunicazione non verbale

: riguarda il corpo nell’atto della co-

municazione ed è un livello squisitamente analogico cui appartengono la ge-

stualità, le posture, le espressioni del viso, le distanze tra i corpi dei soggetti

che comunicano (ossia la prossemica, che tratteremo nel paragrafo che se-

gue). Anche in questo livello di comunicazione si situa l’aspetto relazionale di

Watzlawick (emozioni e sentimenti compresi).

Comunicazione

verbale 7%

Comunicazione

paraverbale 35%

Comunicazione

non verbale 55%

Figura 2.1 –

L’attenzione del destinatario

Dunque non tutto ciò che comunichiamo viene veicolato dalle parole, anzi, più

della metà di quanto trasmettiamo con i nostri messaggi utilizza codici che non

sono direttamente verbali.

Secondo uno studio del 1972 condotto in laboratorio dallo psicologo statuniten-

se di origine armena Albert Mehrabian (1939)

1

, infatti, il destinatario di un mes-

saggio che veicola sentimenti, posto di fronte a un emittente che comunica con

parole e con la gestualità e la posizione del corpo, sarà portato a dare maggiore

importanza ai fattori non verbali che a quelli verbali. Le percentuali rivelate

1

A.

m

EhrABiAN

,

Nonverbal communication

, Transaction Publishers, Piscataway, New Jersey, 1972.