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Capitolo 2

Le forme della comunicazione interpersonale

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www.

edises

.it

da Mehrabian dimostrano un fortissimo squilibrio che fa pendere l’ago della

bilancia della comunicazione verso la dimensione non verbale e quella para-

verbale (anche se bisogna sostenere che gli esperimenti condotti in laboratorio,

come vedremo anche nelle successive pagine di questo volume, spesso sovra-

stimano gli effetti che intendono cercare). Secondo Mehrabian, l’attenzione del

destinatario di fronte a un emittente nell’atto di veicolare un messaggio di tono

sentimentale sarebbe diretta alla dimensione verbale soltanto per il 7%, mentre

per il 35% sarebbe rivolta all’aspetto paraverbale e il 55% alla dimensione non

verbale.

Risulta dunque chiaro che è molto importante, per colui che inaugura un pro-

cesso di comunicazione, che i tre livelli sopra descritti vadano di pari passo

durante l’emissione del messaggio. Quanto viene espresso con le parole, infatti,

per essere recepito con efficacia da chi ascolta, deve essere accompagnato da

espressioni del volto e da posizioni del corpo, nonché da un tono di voce e da

una gestualità che siano conformi a quanto espresso tramite il codice verbale.

Un destinatario di un messaggio d’amore partito da un emittente con il volto

rancoroso, infatti, sarà portato a dare peso soprattutto a questa discrepanza,

prendendo per fasulle o mendaci le dichiarazioni dell’emittente.

2.3

La prossemica di Hall

Abbiamo già sostenuto che, a livello di comunicazione non verbale, uno degli

elementi fondamentali messi a strutturare i processi comunicativi è la posizio-

ne dei corpi durante lo scambio comunicativo, ossia la distanza che le persone

intrattengono tra loro. È stato l’antropologo statunitense

Edward Hall

(1914-

2009), nel 1966, a studiare tale aspetto e a sintetizzare, nel suo libro

La dimen-

sione nascosta

, la nota teoria alla base della cosiddetta

prossemica

2

. Gli esseri

umani, sostiene Hall in principio del suo discorso, suddividono lo spazio che

sta loro attorno in diversi settori a seconda di diverse distanze che si dipanano

gradualmente dal proprio corpo verso l’esterno. In ognuno dei settori indicati

dallo studioso è consentito l’accesso a un determinato tipo di persone; a ciascun

settore, inoltre, corrisponde un tipo specifico di comunicazione.

La prossemica è quindi esattamente la disciplina che studia tali spazi e come il

soggetto li gestisce, intendendo l’ambiente circostante essenzialmente come un

sistema comunicativo.

Seguendo quanto sostenuto da Hall, sono quattro i fondamentali settori in cui

i soggetti suddividono il proprio ambiente, descrivibili come aree circolari e

concentriche che si allargano pian piano a partire dal centro, rappresentato

naturalmente dal soggetto stesso, come si evince dalla stilizzazione proposta

nell’immagine che segue.

2

E.

h

All

,

La dimensione nascosta

, Bompiani, Milano, 1968.