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Capitolo

1

 Verso la scuola di domani 

19

co? Da una pronuncia che rendeva incomprensibile l’enunciato? Quale piano

d’azione doveva mettere in atto lo studente per porre rimedio alle sue carenze?

Spesso si sentiva dire: “Studia di più”. Cosa doveva studiare? Su quali aspetti

linguistici o comunicativi doveva concentrarsi maggiormente? Con il

Portfolio

l’apprendente, in base al livello che vuole raggiungere, fissa i suoi obiettivi,

organizza il proprio lavoro secondo il suo stile di apprendimento o secondo

uno stile ritenuto più consono per quel tipo di attività, annota le sue prove e

i risultati. Trova le sue debolezze e le analizza, quindi stende un commento/

promemoria su cosa intende fare per rimediare. Operando con questa modali-

tà, l’apprendente ha costantemente il polso della situazione e impara ad auto-

valutare le sue

performance

e l’auspicabile progresso compiuto. Ciò ha effetto

motivante, perché porta sicuramente al conseguimento di risultati concreti (se

non tutti, si consegue almeno qualche risultato positivo in più), si organizza

meglio lo studio e si affinano le abilità di studio. Quando un apprendente inse-

rito in un sistema scolastico dice “Devo ripassare per la verifica” cosa intende e

cosa deve fare? Rivedere tutto il programma svolto in poche ore? Impossibile.

La revisione deve essere continua e non può riguardare tutti gli aspetti affron-

tati nel corso di studi. Se il monitoraggio ha messo in luce difficoltà nel formu-

lare enunciati strutturalmente corretti, è inutile che sprechi tempo a rivedere,

per esempio, il lessico, che ha sempre usato con proprietà e senza incertezze

ortografiche. Dovrà concentrarsi ed esercitarsi in quello che le precedenti pro-

ve hanno evidenziato come elementi di criticità.

Abbiamo voluto descrivere dettagliatamente il

Portfolio

e le sue caratteristi-

che, anche se così come è stato presentato non si addice a un alunno della

scuola primaria, perché potrebbe essere utile al docente della scuola prima-

ria, specialmente se

specializzato

(cioè formato per insegnare anche la lingua

inglese)

e quindi spesso desideroso di migliorare e di accertare le sue compe-

tenze linguistiche nel corso della sua formazione in servizio e permanente (su

questo si veda il Cap. 2).

Per quanto riguarda l’apprendente-alunno di scuola primaria, è ovvio che

egli non è in grado di gestire il processo di apprendimento in totale auto-

nomia, di rendersi conto dei suoi bisogni educativi effettivi e neppure di in-

traprendere un percorso di rinforzo o di revisione da solo. La presenza del

docente e della famiglia è essenziale, anche se l’alunno delle classi quarta e

quinta può sicuramente essere coinvolto, come si è visto precedentemente con

l’esempio della scheda. In Italia il

Portfolio

fu introdotto nei primi anni 2000

come strumento per saggiare le effettive competenze dell’alunno in rappor-

to agli interventi didattici. Infatti il

Portfolio

per la scuola primaria, molto più

semplice degli altri modelli-tipo predisposti per gli altri utenti, contiene sem-

plici informazioni sull’alunno e sulle competenze acquisite (“

So comprendere un

comando della maestra espresso in inglese”)

comprovate da una raccolta di prove

e materiali prodotti da e appartenenti allo stesso alunno, commenti e osser-

vazioni da parte dell’insegnante ed eventualmente dei genitori sul progresso

che essi percepiscono nel loro figlio. Il

Portfolio

viene perciò compilato nella

parte riguardante le osservazioni sul profilo dell’apprendente e i commenti