

Capitolo
1
Verso la scuola di domani
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nunciato corretto ed invitandolo, con pazienza, ma come fosse cosa naturale, a
ripeterlo più volte, in diverse situazioni comunicative, finché la nuova struttura
o pronuncia sia interiorizzata e il suo uso diventi spontaneo).
La struttura e l’organizzazione del QCER, dunque, capovolge l’ottica nella
quale si è sempre considerata la vita della scuola. In passato l’attività didattica
poneva al centro il ruolo attivo del docente e l’insegnamento che ricadeva
direttamente sullo studente il cui ruolo passivo era quello del “ricevente”. Ora
al centro ci sono il bambino e il suo processo di apprendimento. La didattica
è costruita a partire dall’analisi dei
bisogni formativi
dell’allievo, che diven-
ta “apprendente”, e sulla base del percorso già compiuto, delle esperienze
pregresse, delle eventuali certificazioni conseguite, del suo stile di appren-
dimento e di molti altri fattori (su questo si veda il Cap. 3). Sebbene nella
scuola primaria il ruolo del docente continui a essere centrale per ovvi motivi,
è indubbio che l’alunno non “dipende dal docente”, ma lo affianca; i due
“attori” lavorano insieme e interagiscono, captando a vicenda i segnali corri-
spondenti ai bisogni formativi dell’alunno. Fatti i debiti distinguo per i vari
gradi di istruzione, il seguente grafico illustra come è mutato il rapporto fra i
due protagonisti.
Dall’esigenza di impostare la didattica in funzione del soddisfacimento dei
bisogni formativi dell’apprendente, scaturisce un’ultima considerazione fon-
damentale per capire la natura del QCER. A prima vista la centralità dello stu-
dente cozza con le “regole” in esso contenute. È un equivoco da chiarire in
partenza. Il documento
non
è prescrittivo in senso stretto. Non impone regole
• studia le esigenze
formative dell’apprendente
• si propone come esperto
autorevole
• ascolta le esigenze
dell’apprendente
• guida e suggerisce metodi
e attività
• aiuta l’apprendente a mo-
nitorare il progresso
• stabilisce un rapporto di
fiducia reciproco
• verifica e valuta o co-valuta
• conosce le finalità della sua
azione di apprendimento
• è guidato a porsi dei tra-
guardi (anche minimi)
• è consapevole di dove e
come si impara (limitata-
mente agli apprendimenti
adolescenti e adulti)
• riconosce l’autorità del do-
cente come esperto e guida
• riconosce il docente come
punto di riferimento
• stabilisce col docente un
rapporto di fiducia reciproco
• impara a verificare i suoi
esiti e ad auto-valutarsi
Collaborazione attiva e continua
Ruolo attivo
Ruolo passivo
docente
studente
trasmette
il “sapere” e
valuta
l’apprendimento
recepisce
gli insegnamenti
docente apprendente