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Capitolo

1

 Verso la scuola di domani 

11

nunciato corretto ed invitandolo, con pazienza, ma come fosse cosa naturale, a

ripeterlo più volte, in diverse situazioni comunicative, finché la nuova struttura

o pronuncia sia interiorizzata e il suo uso diventi spontaneo).

La struttura e l’organizzazione del QCER, dunque, capovolge l’ottica nella

quale si è sempre considerata la vita della scuola. In passato l’attività didattica

poneva al centro il ruolo attivo del docente e l’insegnamento che ricadeva

direttamente sullo studente il cui ruolo passivo era quello del “ricevente”. Ora

al centro ci sono il bambino e il suo processo di apprendimento. La didattica

è costruita a partire dall’analisi dei

bisogni formativi

dell’allievo, che diven-

ta “apprendente”, e sulla base del percorso già compiuto, delle esperienze

pregresse, delle eventuali certificazioni conseguite, del suo stile di appren-

dimento e di molti altri fattori (su questo si veda il Cap. 3). Sebbene nella

scuola primaria il ruolo del docente continui a essere centrale per ovvi motivi,

è indubbio che l’alunno non “dipende dal docente”, ma lo affianca; i due

“attori” lavorano insieme e interagiscono, captando a vicenda i segnali corri-

spondenti ai bisogni formativi dell’alunno. Fatti i debiti distinguo per i vari

gradi di istruzione, il seguente grafico illustra come è mutato il rapporto fra i

due protagonisti.

Dall’esigenza di impostare la didattica in funzione del soddisfacimento dei

bisogni formativi dell’apprendente, scaturisce un’ultima considerazione fon-

damentale per capire la natura del QCER. A prima vista la centralità dello stu-

dente cozza con le “regole” in esso contenute. È un equivoco da chiarire in

partenza. Il documento

non

è prescrittivo in senso stretto. Non impone regole

• studia le esigenze

formative dell’apprendente

• si propone come esperto

autorevole

• ascolta le esigenze

dell’apprendente

• guida e suggerisce metodi

e attività

• aiuta l’apprendente a mo-

nitorare il progresso

• stabilisce un rapporto di

fiducia reciproco

• verifica e valuta o co-valuta

• conosce le finalità della sua

azione di apprendimento

• è guidato a porsi dei tra-

guardi (anche minimi)

• è consapevole di dove e

come si impara (limitata-

mente agli apprendimenti

adolescenti e adulti)

• riconosce l’autorità del do-

cente come esperto e guida

• riconosce il docente come

punto di riferimento

• stabilisce col docente un

rapporto di fiducia reciproco

• impara a verificare i suoi

esiti e ad auto-valutarsi

Collaborazione attiva e continua

Ruolo attivo

Ruolo passivo

docente

studente

trasmette

il “sapere” e

valuta

l’apprendimento

recepisce

gli insegnamenti

docente apprendente