

Capitolo
1
Verso la scuola di domani
7
Il lettore si sarà certo reso conto che un’operazione del genere richiede una
grande attenzione nella definizione dei descrittori, per raggiungere il massimo
grado di
trasparenza
. Quando si fa riferimento al QCER e a tutti gli strumenti
che lo integrano (ad esempio:
Passaporto Europeo delle Lingue
,
Portfolio Europeo
)
si usa lo stesso linguaggio per definizioni, indicatori, livelli e non è ammesso il
ricorso neppure a sinonimi. Le traduzioni nelle diverse lingue parlate in Euro-
pa sono accurate e ciò è verificabile confrontando due versioni. Il linguaggio
usato è preciso e puntuale, ma allo stesso tempo, immediato, semplice e di
facile comprensione per chiunque.
Il concetto di trasparenza si estende anche al fatto che l’apprendente deve
essere consapevole dei principi che sono il presupposto del suo processo di
apprendimento e degli strumenti di cui si avvale nelle varie fasi che vanno dalla
definizione del livello di partenza, fino al raggiungimento dell’obiettivo finale.
Nel QCER si parla di “apprendente”, perché esso si rivolge al singolo individuo
e si presenta come uno strumento per monitorare l’
iter
del proprio appren-
dimento; per questo motivo se ne consiglia l’uso agli insegnanti della scuola
primaria, non laureati in lingue straniere, durante la propria formazione lin-
guistica iniziale e permanente. L’esperienza, acquisita nei corsi di formazione,
ci ha fatto partecipi delle ansie dei docenti corsisti, dei loro dubbi e delle loro
incertezze sulle competenze acquisite e su un senso, spesso immotivato, di ina-
deguatezza a svolgere la funzione anche di docente di lingua. Poter disporre di
uno strumento guida come il QCER nei momenti in cui si percepisce qualche
fragilità nelle proprie competenze, è un grande sostegno, una stampella cui
reggersi saldamente, senza timore di cadute rovinose. Il QCER chiarisce se le
scelte operate vanno nella giusta direzione e offre
input
della cui valenza ci si
può fidare. Nella scuola primaria, al centro del processo di apprendimento
non c’è solo l’apprendente (inteso genericamente come “alunno”), in quanto,
vista la sua giovane età, la presenza del docente è indispensabile nella proposta
educativa e nell’organizzazione del lavoro. Ne consegue che il QCER si rivolge
al docente, che qui vi trova tutti i riferimenti necessari per il suo approccio
linguistico-comunicativo con gli alunni. Per poter valutare, alla fine di un inter-
vento didattico, la qualità del suo operato e l’impatto sugli alunni, il docente
deve conoscere il significato di “obiettivo” e di “lavorare per obiettivi”, di “mi-
surazione” del raggiungimento di un obiettivo o le ragioni per cui non è stato
raggiunto. Non può ignorare la competenza richiesta per il livello cui la sua
classe può presumibilmente aspirare, ma non può farlo empiricamente o ba-
sandosi sulle sue percezioni. Tutti questi aspetti si rintracciano con la massima
chiarezza nei contenuti del QCER.
1.3.3
Il concetto di “sapere” nel QCER
Strettamente legata alla trasparenza è la riflessione che gli estensori del QCER
hanno fatto sul concetto di
sapere
. Fino dal momento in cui il Consiglio d’Eu-
ropa ha cominciato a riflettere sulle strategie per promuovere l’apprendimen-
to delle lingue per tutto l’arco della vita, prima con la definizione e descrizione