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Capitolo 2

La didattica modulare e le competenze

19

Naturalmente, l’introduzione delle competenze nelle fasi di programmazione può

presentare al docente anche

rischi e criticità

, quali:

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>

la riduzione delle competenze a meri tecnicismi: in questo modo le si assimila alle

abilità e le si priva del necessario aspetto di consapevolezza;

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>

la sopravvalutazione delle competenze, considerate una sorta di panacea di tutti

problemi della scuola;

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>

la sopravvalutazione del carattere di finalità delle competenze: in questo modo le si

priva di valori di riferimento entro i quali è necessario che operino per raggiungere

gli obiettivi;

>

>

la visione antitetica tra le discipline e le competenze: in tal caso non se ne coglie il

rapporto di vicendevole scambio;

>

>

l’annullamento di tutte le esperienze didattiche precedenti, in nome delle innova-

zioni apportate dall’introduzione delle competenze.

A fare da sfondo a queste criticità è la convinzione, ancora piuttosto diffusa, secondo

la quale la progettazione per competenze sarebbe una sorta di sovrastruttura esterna

da applicare, quasi forzatamente, alla consueta modalità di programmazione, piutto-

sto che un nuovo confine all’interno del quale inserire una rinnovata didattica. Con-

tinuare a lavorare per singoli obiettivi, misurandone il raggiungimento con il voto

numerico e solo in seguito applicando una tabella di equivalenza dove ogni voto cor-

risponde a una competenza, significa non sfruttare al massimo le potenzialità della

nuova didattica, perché, se si vuole operare con serietà, le competenze devono essere

misurate concretamente e per poterlo fare è necessario lavorare al loro sviluppo già a

partire dalla fase di progettazione.

Tra le difficoltà che il docente di italiano incontra lungo il suo percorso di formatore

non si possono dimenticare la quanto mai variegata situazione linguistica italiana e la

crescente presenza di studenti stranieri in classe. Questi due fenomeni saranno ana-

lizzati nei paragrafi che seguono.

2.4.1

 L’insegnamento dell’italiano nel quadro linguistico dell’Italia:

varietà, minoranze e dialetti

La progettazione didattica dell’insegnante d’italiano, oltre che con le difficoltà legate

alla quantità e all’importanza delle conoscenze, abilità e competenze da trasmettere,

deve confrontarsi anche con un altro aspetto particolarmente rilevante, ovvero il dover

gestire delle classi che presentano una grande eterogeneità sul piano della competen-

za linguistica, dovuta sia a un diverso

background

culturale di partenza sia alla presenza

di numerose varietà o minoranze linguistiche e all’influenza massiccia dei dialetti.

Le varietà linguistiche

Com’è noto, il passaggio dal latino alle lingue romanze e le variazioni (fonologiche,

morfologiche, sintattiche e semantiche) che hanno progressivamente trasformato il

latino stesso in idiomi diversi, durante un determinato arco temporale, sono la testi-

monianza di una caratteristica fondamentale delle lingue, ovvero il loro dinamismo

inteso come capacità di mutare. Tale proprietà, particolarmente evidente in

diacronia

(cioè lungo l’asse temporale), produce effetti di grande rilevanza dal punto di vista